Storia del mosaico di Maria Mater Ecclesiae in piazza San Pietro

In occasione della festa di Santa Maria Madre della Chiesa, condividiamo la storia del mosaico voluto da san Giovanni Paolo II in piazza San Pietro. Javier Cotelo, l'architetto che ha ideato l'immagine del mosaico, ha raccontato la vicenda che inizia nel 1980, quando il Papa ricevette in udienza i giovani dell'Univ.

Uno degli elementi architettonici più recenti di piazza San Pietro è il mosaico di Maria Mater Ecclesiae accompagnato dal lemma Totus Tuus, che costituisce una concreta dimostrazione della devozione mariana del beato Giovanni Paolo II. Ho personalmente avuto il privilegio di vivere da vicino gli avvenimenti che hanno portato a quella decisione, i quali rendono manifeste due caratteristiche di Papa Wojtyla: il suo particolare dialogo con i giovani e il suo senso di gratitudine alla Vergine Maria.

"Dopo aver compiuto varie visite alla piazza, presentai una possibile soluzione, con i corrispondenti fotomontaggi e disegni: l'idea era di sostituire una finestra sulla facciata dell'edificio collocato tra il cortile di San Damaso e la piazza con un mosaico della Madonna. Il 27 giugno 1980, fu fatto arrivare il progetto al Papa".

Durante la Settimana santa del 1980, il Pontefice ricevette in udienza diverse migliaia di giovani giunti a Roma per il Congresso Univ, incontro internazionale di universitari che frequentano i centri dell'Opus Dei in tutto il mondo. Questo appuntamento, che ebbe inìzio nel 1968, coniuga il desiderio di vivere il Triduo santo a Roma, la città di Pietro, con attività di arricchimento culturale per gli studenti vicini alla spiritualità di san Josemaria Escrivà de Balaguer.

Terminata l'udienza, due giovani, Ignacio e Julio, dissero al Papa che, dopo aver osservato le immagini presenti in piazza San Pietro, avevano notato come ne mancasse una rappresentante Maria e che, pertanto, la piazza era incompleta. «Bene, molto bene. Bisognerà completare la piazza», fu la pronta risposta di san Giovanni Paolo II.

Questa conversazione fu riferita al beato Álvaro Del Portillo, successore di san Josemaría alla guida dell'Opus Dei. Il beato Álvaro mi chiese immediatamente di pensare al luogo e alla soluzione per collocare nella piazza un'immagine mariana, aggiungendo che la si sarebbe potuta porre sotto il titolo di Mater Ecclesiae. Allora io lavoravo a Roma come architetto e vivevo nella sede della prelatura in viale Bruno Buozzi.

Dopo aver compiuto varie visite alla piazza, presentai una possibile soluzione, con i corrispondenti fotomontaggi e disegni: l'idea era di sostituire una finestra sulla facciata dell'edificio collocato tra il cortile di San Damaso e la piazza con un mosaico della Madonna.

Fu proprio il beato Álvaro a suggerire il luogo in cui inserire il mosaico. Poco dopo, mi capitò tra le mani un'incisione barocca della piazza sulla quale avevo disegnato , dove ora c'è l'immagine della Vergine, un tempio con un orologio.

Il 27 giugno 1980 fu fatto arrivare il progetto al Papa: era costituito da una sorta di album con testi, disegni e fotografie, accompagnato da alcuni schizzi.

Il mosaico fu montato il 7 dicembre 1981. II giorno seguente, Giovanni Paolo II lo benedisse, manifestando il desiderio che quanti verranno in questa piazza San Pietro elevino verso di Lei lo sguardo, per dirigerle, con sentimenti di filiale fiducia, il proprio saluto e la propria preghiera.

Trascorsi diversi mesi senza notizie, si inviò di nuovo a san Giovanni Paolo II una copia del materiale tramite il suo segretario, monsignor Stanislaw Dziwisz. Qualche mese dopo il Papa subì l'attentato e, come atto di gratitudine, volle che si ponesse un'immagine della Madonna in piazza San Pietro. In seguito, la proposta del beato Álvaro fu sottoposta all'esame delle autorità vaticane e fu scelto il luogo della Mater Ecclesiae.

Il mosaico - ispirato alla Madonna della colonna che veniva dalla basilica costantiniana — fu montato il 7 dicembre 1981. II giorno seguente, san Giovanni Paolo II lo benedisse, manifestando il desiderio «che quanti verranno in questa piazza San Pietro elevino verso di Lei lo sguardo, per dirigerle, con sentimenti di filiale fiducia, il proprio saluto e la propria preghiera». Ho molte volte ripensato a questo fatto come a una piccola dimostrazione della particolare relazione di san Giovanni Paolo con i giovani: sorprende infatti come quel «Bisognerà completare la piazza», che il Papa aveva detto a un universitario un anno e mezzo prima, si fosse presto trasformato in realtà.

Tre giorni dopo, l'11 dicembre, seppi che il Papa aveva invitato il beato Álvaro a concelebrare la messa nella sua cappella privata e a fare colazione con lui: desiderava comunicargli la gioia di aver potuto benedire l'immagine nella piazza e ringraziarlo per avergli fatto giungere l'idea. Il Papa ebbe anche la delicatezza di fargli avere, pochi giorni dopo, il canone con il disegno del mosaico, in bianco e nero, che fu utilizzato per provare la composizione delle tessere. Questo disegno si trova attualmente nella sede centrale della Prelatura dell'Opus Dei.

Era stato san Paolo VI ad annunciare, nel novembre 1964, il desiderio di terminare le sessioni del concilio Vaticano II «nella gioia di riconoscere alla Madonna il titolo che ben le che ben le compete di Madre della Chiesa, Mater Ecclesiae». E aggiunse: «Sarà questo un titolo che ci aiuterà a celebrare Maria Santissima amorosa regina del mondo, centro materno dell'unità, pia speranza della nostra salvezza». Vedere ora questa immagine, tanto legata ai Papi Montini e Wojtyla, è un buon ricordo per tutti i cristiani; nel guardarla è facile affidarsi a lei supplicandone la protezione sui suoi figli nella Chiesa.

Javier Cotelo. Articolo pubblicato su "L'Osservatore Romano", 14-06-2011