Scola: «Chiamati tutti ad evangelizzare»

Nel Duomo di Milano, il cardinal Scola ha celebrato una Messa in onore di san Josemaría Escrivá in prossimità della ricorrenza del suo transito al cielo. Presentiamo l'omelia del cardinale e un articolo di "Avvenire".

Articolo di Filippo Rizzi pubblicato su "Avvenire" il 21 giugno 2013

«Molto acutamente san Josemaría identifica la vita ordinaria non semplicemente come il luogo della missione, ma come l'ambito "del quotidiano incontro con Cristo". Non c'è infatti missione, non c'è apostolato che non scaturisca dall'incontro con Cristo lì dove viviamo e

siamo stati invitati».

È il passaggio centrale dell'omelia pronunciata ieri in Duomo dall'arcivescovo, il cardinale Angelo Scola per ricordare la figura di san Josemaría Escrivá, la cui memoria liturgica

si celebra mercoledì prossimo.

Tante le persone che ieri hanno affollato le navate della Cattedrale per essere presenti alla celebrazione dedicata al santo spagnolo, fondatore dell'Opus Dei, vissuto tra il 1902 e il 1975 e famoso per il suo apostolato di «santificazione del lavoro» e di ricerca della santità fra persone di ogni ceto sociale.

Tra i celebranti era presente don Matteo Fabbri, vicario regionale della prelatura dell'Opus Dei che ha espresso «il suo grazie» all'arcivescovo Scola per questa Messa per la festa del

santo. Prossimamente è stato annunciato verrà affidata dalla diocesi ambrosiana la parrocchia di San Gioachimo, alla cura diretta della prelatura dell'Opus Dei.

Le letture del Levitico, di San Paolo ai Corinzi e il Vangelo di Luca hanno fatto da corollario alla Messa.

Il cardinale nel corso della sua omelia è ripartito dal passo del Vangelo di Luca «Sulla tua parola, getterò le reti» per ribadire la fedeltà di Pietro agli insegnamenti di Gesù: «Ciò che rende possibile a Pietro di stare nel fondo nel suo quotidiano, senza ritirarsi malgrado

l'insuccesso, è il rapporto con Gesù: "sulla tua parola". Il quotidiano, infatti, è il luogo dell'incontro con Gesù, è il luogo in cui Cristo manifesta la sua gloria». Riprendendo una famosa omelia di Escrivá «Amare il mondo appassionatamente» ha messo in evidenza

l'eredità viva di questo santo del Novecento.

E ha esortato a intraprendere un nuovo apostolato di annuncio del Vangelo verso tutti i settori della società: «In tutti gli ambienti dell'esistenza quotidiana degli uomini e delle donne: famiglie, quartieri, scuole, università, luoghi di sofferenza, di fragilità e di emarginazione». Insomma «non ci sono spazi riservati o esclusivi - ha spiegato Scola - per l'annuncio del Vangelo».

E ancora: «Come è stato ricordato la nostra Chiesa ambrosiana, di fronte alla forte evoluzione in atto nella nostra società lombarda, sullo sfondo dei mutamenti che stanno interessando il nostro Paese e l'intera Europa, è chiamata ad una più decisa comunicazione di Gesù Cristo come Evangelo dell'umano». Un invito finale quello del cardinale a un cammino di «evangelizzazione» rivolto a tutti i fedeli della diocesi, citando

il Vangelo di Matteo, il cui «campo è il mondo».