“San Josemaría nella Basilica di San Pietro”: l’immagine in un libro

Giovanni Paolo II volle che alcune nicchie all’esterno della Basilica di San Pietro fossero decorate con santi e fondatori recenti. Uno di essi è San Josemaría Escrivá. Un nuovo libro d’arte presentato a Firenze contiene una serie di fotografie dell’immagine in marmo esistente in Vaticano.

Galleria di fotografie del libro

Il libro scritto da Guillaume Derville e Michele Dolz è stato presentato a Firenze ad inizio ottobre durante una riunione tenutasi nel “Palazzo Incontri”, all’ombra dell’impressionante cupola concepita dal Brunelleschi.

Hanno partecipato: Romano Cosci, scultore dell’immagine, Guillaume Derville, teologo e sacerdote dell’Opus Dei, Paola Grossi Gondi, pittrice, Dony MacManus, scultore, e Giancarlo Polenghi, giornalista ed editore del volume.

L’immagine di San Josemaría è situata all’esterno del cosiddetto “Braccio di San Giuseppe”, nel transetto sinistro della Basilica. Giovanni Paolo II decise di dedicare le nicchie ai santi e fondatori della storia recente della Chiesa. Benedetto XVI l’ha benedetta nel 2005.

Il libro, edito per celebrare gli 80 anni della Fondazione dell’Opus Dei, esce in due edizioni bilingue: inglese-spagnolo e italiano-francese. Contiene le fotografie di Aurelio Amendola, uno dei fotografi d’arte più prestigiosi del mondo.

La presentazione del libro è stata un’occasione per parlare di “San Josemaría e gli artisti”. Giancarlo Polenghi ha citato alcuni testi del santo nei quali l’azione divina è paragonata al lavoro dell’artista: per esempio, “con la nostra vita ordinaria possiamo fare poesia, endecasillabi. Parimenti diceva che Dio Padre scolpisce nelle nostre anime l’immagine di Cristo e dipinge con noi – che siamo dei pennelli nelle sue mani – opere meravigliose”.

Paola Grossi Gondi ha mostrato alcune sue pitture di carattere realista, nelle quali cerca di mettere in evidenza la bellezza delle cose ordinarie. Un uovo fritto, una finestra o una pozzanghera provocano l’ammirazione dell’artista. “Da sempre ho notato la bellezza delle cose, ma non sapevo il perché. Finalmente un’amica mi ha fatto conoscere lo spirito di San Josemaría e ho capito che nella bellezza della materia si può intuire la bellezza del creatore”. La sorpresa è stata ancora più grande “quando ho saputo anche che ciò che dipingevo faceva parte del mio cammino verso il Cielo”.

Lo scultore irlandese Dony MacManus ha mostrato alcune delle sue opere: immagini di San Josemaría, San Giuseppe e un busto di Benedetto XVI che sta ancora finendo e che sarà collocato nella cattedrale di Saint Patrik (New York). “Nelle mie opere cerco di riflettere alcuni insegnamenti imparati dal fondatore, quali, per esempio, il valore della paternità o della famiglia. E’ vero che la cultura di oggi sta attraversando una crisi di questi valori, ma penso che l’arte sia uno strumento irrinunciabile per arricchire di nuovo la cultura”.

L’autore dell’immagine eretta in Vaticano, Romano Cosci, ha enumerato alcuni ricordi della sua elaborazione, nella quale è stato impegnato per oltre un anno. Poi Cosci ha detto: “Ho ricevuto molto dagli insegnamenti di San Josemaría. Spero che chi guarda l’immagine si domandi se ha veramente senso contemplarla, vale a dire, se rimanda a qualcosa che la trascende e se riesce ad essere un aiuto spirituale. Solo in questi casi l’immagine avrà un senso”.

Guillaume Derville, sacerdote dell’Opus Dei, ha chiuso la riunione con una riflessione teologica sulla iscrizione scolpita nell’immagine: “Et ego, si exaltatus fuero a Terra, omnes traham ad Me ipsum!”, ed Io, quando sarò innalzato sulla Terra, attrarrò tutti verso me. E’ una frase che si riferisce a Cristo sulla Croce.

San Josemaría, rivestito nell’immagine dei paramenti sacerdotali per celebrare la Messa, si appresta a rinnovare il Santo Sacrificio. “Le opere d’arte possono provocare ammirazione e pietà – ha concluso Derville - Possa questa immagine aiutare molte persone ad avvicinarsi a Dio!”.