Nell'omelia, il Santo Padre ha ricordato che l'odierna pagina evangelica, che narra l'episodio della donna adultera, "ci aiuta a capire che solo l'amore di Dio può cambiare dal di dentro l'esistenza dell'uomo e conseguentemente di ogni società, perché solo il suo amore infinito lo libera dal peccato, che è la radice di ogni male".
"Se è vero che Dio è giustizia, non bisogna dimenticare" - ha sottolineato il Pontefice - "che Egli è soprattutto amore: se odia il peccato, è perché ama infinitamente ogni persona umana. Ama ognuno di noi e la sua fedeltà è così profonda da non lasciarsi scoraggiare nemmeno dal nostro rifiuto. In particolare oggi Gesù ci provoca alla conversione interiore: ci spiega perché Egli perdona e ci insegna a fare del perdono ricevuto e donato ai fratelli il 'pane quotidiano' della nostra esistenza".
Nella scena del brano evangelico descritta da Giovanni, ha precisato il Papa, "si trovano a confronto la miseria dell'uomo e la misericordia divina, una donna accusata di un grande peccato e Colui, che pur essendo senza peccato, si è addossato i peccati del mondo intero. Egli, che era rimasto chinato a scrivere nella polvere, ora alza gli occhi ed incontra quelli della donna. Non chiede spiegazioni, non esige scuse. Non è ironico quando le domanda: 'Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?' (8,10). Ed è sconvolgente nella sua replica: 'Neanch'io ti condanno; va' e d'ora in poi non peccare più' (8,11)".
L'obiettivo del Signore, ha proseguito il Pontefice, commentando il brano evangelico, "è salvare un'anima e rivelare che la salvezza si trova solo nell'amore di Dio. Per questo è venuto sulla terra, per questo morirà in croce ed il Padre lo risusciterà il terzo giorno. È venuto Gesù per dirci che ci vuole tutti in Paradiso e che l'inferno, del quale poco si parla in questo nostro tempo, esiste ed è eterno per quanti chiudono il cuore al suo amore".
"Non c'è perdono senza pentimento; qui si pone in evidenza che solo il perdono divino e il suo amore ricevuto con cuore aperto e sincero ci danno la forza di resistere al male e di 'non peccare più'. L'atteggiamento di Gesù diviene in tal modo un modello da seguire per ogni comunità, chiamata a fare dell'amore e del perdono il cuore pulsante della sua vita".
Benedetto XVI ha concluso l'omelia invocando il Signore affinché, per intercessione dei figli e della coraggiosa madre Felicita, conceda "di incontrare sempre più in profondità Cristo e di seguirlo con docile fedeltà (...). L'esempio e l'intercessione di questi santi siano per voi un costante incoraggiamento a seguire il sentiero del Vangelo senza esitazioni e senza compromessi".