L’autore, tra i massimi sociologi italiani viventi, è professore ordinario di sociologia presso l’Università di Bologna e fondatore della “Sociologia della relazione”.
Dopo il saluto del prof. Luis Romera, Rettore della Santa Croce, vi è stato un breve intervento del prof. Leonardo Allodi, sociologo dell’Università di Bologna e moderatore della sessione, che dopo aver ringraziato gli ospiti ha esposto con chiarezza alcuni dei temi più importanti del libro, in particolare il rapporto tra “post moderno” e “dopo moderno”, nonché l’originale lettura non relativista della multiculturalità. Allodi ha considerato come, in definitiva, l’approccio di Donati si muova prettamente nell’ambito della teoria sociale, senza per nulla coinvolgere la dimensione storica dei problemi.
Il lato problematico del multiculturalismo è stato al centro del primo intervento del prof. Giacomo Marramao, noto filosofo italiano e professore ordinario di Filosofia teoretica all’Università “Roma Tre”. Dell’ultima fatica di Donati ha apprezzato principalmente la soluzione interculturale, intesa non come indifferenza etica, ma come efficace rimedio all’incrocio tra diverse culture potenzialmente conflittuali. La teoria relazionale di Donati, secondo Marramao, contiene al suo interno, infatti, sia il lato della razionalità sociale, sia quello dell’affettività. Dal libro emerge, poi, con chiarezza la distinzione basilare tra il relativismo culturale e il relativismo etico. Mentre il primo, secondo Marramao, è un dato di fatto del nostro tempo, il secondo rappresenta una sua malattia pericolosa, curabile con la relazionalità pratica e l’universalismo della differenza.
Sergio Belardinelli, professore ordinario di Sociologia dell’Università di Bologna, ha parlato invece dell’espulsione dell’umano dal sociale. L’interpretazione della relazionalità di Donati pone al vertice della società, infatti, sia l’auto trascendenza della persona che la validità del riferimento comunitario ad un’etica dei valori non relativi, ma assoluti.
La questione dell’etica sociale è stata rimarcata anche dalla riflessione di teologia morale del prof. Enrique Colom, della Santa Croce. Egli, in specie, ha esaminato come, per far fronte al relativismo culturale, sia indispensabile il riferimento ad una sfera pubblica religiosamente qualificata che abbia come base la natura umana, ossia la dignità cristiana di ogni persona.
In ultimo, il prof. Mario Morcellini, Preside della Facoltà di Scienze dalla Comunicazione dell’Università “La Sapienza” di Roma e noto esperto di comunicazione, è tornato sulla distinzione, operata nello scritto di Donati, tra il multiculturalismo e l’interculturalità, apprezzando soprattutto la capacità diretta dell’autore di presentare in modo chiaro i problemi in discussione, non rinunciando ad indicare delle soluzioni coraggiose e convincenti.
Il dibattito conclusivo, animato dalla replica di Donati e dagli interventi di altri studiosi partecipanti, ha confermato le ampie convergenze culturali aperte dalla sociologia della relazione, un approccio razionale in grado di produrre osmosi e tangenze rilevanti anche tra proposte culturali e metodi di lavoro in apparenza molto distanti tra loro.
Quest'articolo è stato ripreso da www.pusc.it