E’ questo il messaggio principale sul quale il Papa ha incentrato la sua riflessione nel celebrare la Santa Messa, ricordando che la liturgia prevista per la festa di Tutti i Santi “ci invita a condividere il gaudio celeste dei santi, ad assaporarne la gioia”.
“I santi non sono una esigua casta di eletti, ma una folla senza numero, verso la quale la liturgia ci esorta oggi a levare lo sguardo”, ha poi spiegato.
“In tale moltitudine non vi sono soltanto i santi ufficialmente riconosciuti, ma i battezzati di ogni epoca e nazione, che hanno cercato di compiere con amore e fedeltà la volontà divina”, ha quindi aggiunto.
Successivamente il Papa ha invitato a guardare il “luminoso esempio dei santi” al fine di far “risvegliare in noi il grande desiderio di essere come i santi: felici di vivere vicini a Dio, nella sua luce, nella grande famiglia degli amici di Dio”.
“Essere Santo significa: vivere nella vicinanza con Dio, vivere nella sua famiglia. E questa è la vocazione di noi tutti, con vigore ribadita dal Concilio Vaticano II, ed oggi riproposta in modo solenne alla nostra attenzione”, ha quindi riconosciuto.
“Ma come possiamo divenire santi, amici di Dio? All’interrogativo si può rispondere anzitutto in negativo: per essere santi non occorre compiere azioni e opere straordinarie, né possedere carismi eccezionali. Viene poi la risposta in positivo: è necessario innanzitutto ascoltare Gesù e poi seguirlo senza perdersi d’animo di fronte alle difficoltà”, ha spiegato il Vescovo di Roma.
“L’esperienza della Chiesa dimostra che ogni forma di santità, pur seguendo tracciati differenti, passa sempre per la via della croce, la via della rinuncia a se stesso. Le biografie dei santi descrivono uomini e donne che, docili ai disegni divini, hanno affrontato talvolta prove e sofferenze indescrivibili, persecuzioni e martirio”, ha ricordato.
“L’esempio dei santi è per noi un incoraggiamento a seguire le stesse orme, a sperimentare la gioia di chi si fida di Dio, perché l’unica vera causa di tristezza e di infelicità per l’uomo è vivere lontano da Lui”, ha assicurato Benedetto XVI.
Questo cammino, che “ci invita alla sequela di Gesù” e conduce alla santità, è indicato dalle Beatitudini.
“Nella misura in cui accogliamo la sua proposta [di Cristo, ndr] e ci poniamo alla sua sequela – ognuno nelle sue circostanze – anche noi possiamo partecipare della sua beatitudine. Con Lui l’impossibile diventa possibile”, ha poi concluso.