Lunedì 9 novembre, studiosi, esperti e operatori finanziari del mondo islamico, ebraico e cattolico si sono confrontati nella lettura della Caritas in Veritate, la terza Enciclica del Santo Padre Benedetto XVI, in una tavola rotonda promossa dalla Pontificia Università della Santa Croce e dalla Fundación Promoción Social de la Cultura.
Secondo il professore di Economia Politica dell’Università di Bologna, Stefano Zamagni, “la Caritas in Veritate ricompone tutto ciò che gli ultimi secoli hanno separato”, ritornando ad esempio al “concetto globale di creazione e distribuzione della ricchezza”, come facevano nel 1492 i francescani con il Monte di Pietà, “veri creatori della Microfinanza”.
Per i “liberali”, invece, “l’importante è far innalzare la produzione, e successivamente lasciarla andare senza una organizzazione della distribuzione”.
Per i “socialisti” accade il contrario: “non importa chi crea ricchezza, il problema è distribuirla”. Nel mondo attuale – ha aggiunto Zamagni - si è sostituito il “bene comune” con il “bene totale”, che è “la somma dei beni individuali”, che “io posso sacrificare”; anzi, “devo sacrificare il bene individuale di uno, escludendolo sulla base di un criterio di efficienza”, creando una società esclusiva, dove all’economia partecipano solo gli “efficienti”, coloro che possono creare ricchezza.
Nel suo intervento, il Presidente dell’Associazione d’Aide au Développement Rural (ADR) e Direttore finanziario della Banca Centrale del Libano, dott. Youssef El- Khalil, ha spiegato che il concetto di “giustizia” è chiave ed essenziale nell’Islam. Da questo si origina “il principio fondamentale della giustizia sociale che assicura una ridistribuzione della ricchezza per venire incontro ai bisogni sociali fondamentali”.
Inoltre, ha aggiunto El-Khalil, presso gli islamici la “carità” è molto unita al concetto di “misericordia”, e al rispetto dei diritti degli altri, anche delle donne. Proseguendo, il Presidente di ADR ha fatto suo l’invito a sostituire il concetto di “solidarietà” con quello di “fraternità”, proprio come propone l’Enciclica.
Continuando su questa linea, il diplomatico ebreo, già primo Ambasciatore presso la Santa Sede, Samuel Hadas, ha spiegato che nella Caritas in Veritate vi è un chiaro invito alle religioni a creare un vero “dialogo attivo e sincero, per contribuire a modificare le relazioni tra i popoli”.
Alla tavola rotonda erano presenti, tra gli altri, gli onorevoli Paola Binetti, Rocco Buttiglione e Pierferdinando Casini, e l’Ambasciatore di Israele presso la Santa Sede, Mordechay Lewy.