All’incontro, moderato da Lucio Bussi, responsabile della pagina economica de “L’Arena”, hanno preso parte anche Carlo Fratta Pasini, presidente del Banco Popolare, Gian Luca Rana, presidente di Confindustria Verona e Antonio Tessitore, ordinario di Economia Aziendale presso l’Università degli Studi di Verona. La cerimonia è stata l’occasione per inaugurare la nuova Aula Magna del collegio.
La conferenza, che aveva per tema “La crisi economico-finanziaria del 2008”, è stata preceduta da una breve relazione del dott. Filippo Forlani, direttore del collegio, e da un saluto del prof. Cristiano Ciappei, presidente della Fondazione Rui. Il primo, in particolare, ha brevemente illustrato la missione della Pontenavi: cercare di risvegliare in tutti i ragazzi la voglia di salpare nel mare della vita risvegliando il gusto dell’avventura, il desiderio di tracciare rotte che nessuno ha mai percorso per compiere imprese grandi, apportare significativi e manifesti miglioramenti alla società e cambiare in meglio il mondo in cui viviamo.
Nella sua prolusione, Quadrio Curzio ha brevemente tracciato la storia della crisi individuandone le cause nell’eccessiva enfasi rivolta alla capacità del mercato di regolarsi, negli squilibri della finanza Usa, nelle differenze del rapporto risparmio/PIL tra le famiglie europee e quelle statunitensi fino all’aumento dei tassi di interesse che negli Stati Uniti sono saliti maggiormente rispetto alla UE. Infine si è soffermato sulla produzione industriale ricordando come la situazione europea sia decisamente diversa rispetto agli Stati Uniti.
Il presidente del Banco Popolare, Carlo Fratta Pasini, si è concentrato sulla stato del sistema bancario affermando: «Non torneremo più alla situazione di prima ma nemmeno al Medioevo e non si deve parlare di un sistema bancario italiano arretrato che ci avrebbe protetto da danni peggiori. Il nostro invece è stato un modello meno omologato di un sistema schizofrenico come quello americano che ora considera disvalore quello che prima era un valore e che ha creato sistemi meno propensi a valutare il rischio di un'apertura al credito non fronteggiato dal patrimonio. In definitiva, siamo passati dalla sacrosanta responsabilità limitata ad un'irresponsabilità illimitata che, anche a causa di un lungo ciclo economico positivo, ha fatto dimenticare il concetto di rischio».
Gian Luca Rana, presidente di Confindustria Verona, si è concentrato sulla realtà locale ricordando che Verona ha un tessuto di imprese diversificato che in qualche modo ha attutito gli effetti della crisi. Al tempo stesso, non deve sfuggire l'importanza del saldo attivo tra imprese avviate e chiuse.Ha infine esortato gli imprenditori a risvegliare la nostalgia di affrontare il mare aperto dei mercati, di investire, di innovare, per essere pronti a cogliere il momento della ripresa.
L'aspetto degli assetti delle proprietà delle imprese e il rapporto finanza-economia reale è stato affrontato da Antonio Tessitore, docente di Economia aziendale all'Università degli Studi di Verona. «Alla fine di questa crisi» ha affermato Tessitore, «ci sarà un rapporto più funzionale tra finanza ed economia. La crisi porta in sé due aspetti: quello drammatico delle difficoltà e della perdita di posti di lavoro e quello delle opportunità. Una delle quali potrebbe essere l'auspicabile cambiamento nelle imprese familiari, tanto diffuse in Veneto: la separazione tra proprietà e gestione dell'azienda».