In famiglia, nel mondo

Fabio Scorretti, fedele dell’Opus Dei, descrive il suo cammino di avvicinamento all’Opera e la scoperta della sua vocazione.

Con mia moglie in montagna

Sono militare e sono stato soggetto a molti trasferimenti nella mia carriera: quelli che noi non chiediamo espressamente (e che sono di gran lunga la maggioranza) li chiamiamo "d'autorità", per distinguerli dagli altri.

In seguito ad uno di questi -eravamo nel 1992- trasferito al Ministero della Difesa (Marina), andai "casualmente" ad abitare in una zona di Roma comunemente chiamata Grottarossa. Nello stesso periodo, sempre "casualmente", un mio lontano zio (che peraltro non ricordavo di aver mai visto) dopo una vita trascorsa nelle ambasciate italiane di tutto il mondo, si ritirava finalmente in pensione nella sua casa di Roma sita anch'essa in Grottarossa. Dietro insistenza di mia madre e solo per farle piacere, mi decisi ad andare a trovare questo mio parente che, in effetti, non conoscevo ma che abitava a soli 500 metri da casa. Trovai una persona che, seppur più anziana di me, riusciva ad essermi simpatico e, soprattutto, lo era anche ai miei tre figli.

Con uno dei miei figli

Convenevoli a parte, dopo un paio di volte, mi chiese se volevo conoscere l'Opus Dei. Ne avevo sentito parlare, non la conoscevo, ma soprattutto non mi interessava conoscerla. Anche in questa circostanza, per delicatezza e cortesia, non volli opporre un chiaro rifiuto: mi limitai ad un generico assenso, sperando che tutto finisse in una amabile conversazione senza conseguenze pratiche. Le mie speranze andarono però “deluse”, in quanto dopo alcuni giorni, invitato a casa sua, conobbi l'ingegner Pin Poles e quindi uno dei sacerdoti di S. Eugenio a Roma. Con quest'ultimo, poi, ho iniziato uno splendido cammino di conversione e di formazione durato tutto il tempo in cui sono stato residente a Roma. Probabilmente è la persona che maggiormente ha inciso nella mia formazione cristiana e una delle persone alle quali mi sento più legato, anche se la lontananza fisica non mi consente di frequentarlo come vorrei. Ricordo bene il primo incontro con lui: non durò più di trenta secondi, impegnato com'era nell'organizzazione della Beatificazione di san Josemaría, nel maggio del '92 in San Pietro.

In ogni caso l'incontro fu sufficiente per darmi due suggerimenti e per indirizzarmi a partecipare a questa Beatificazione. Alla quale poi, sempre poco convinto, ebbi modo di partecipare. Non ne tornai entusiasta, ma qualcosa cominciava a muoversi: anche nei giorni successivi vedere tanta gente, da tutto il mondo, pregare composta e raccolta, suscitava in me interesse e ammirazione. Dopo qualche tempo ho avuto una grande soddisfazione: quella di vedere che la mia avventura veniva intrapresa anche da mia moglie. Insieme abbiamo prima seguito i corsi di Orientamento Familiare e poi collaborato a questa attività, di cui conserviamo un ricordo bellissimo. Iniziai a frequentare le attività di formazione spirituale che l’Opus Dei organizzava. Dopo un po’ di tempo entrai a far parte dell’Opera. Guardando ora a quegli anni, così importanti, per quello che dovevamo trasmettere ai nostri tre figli che allora erano molto piccoli, provo un senso di profonda gratitudine per l'avventura che mi è toccato in sorte di vivere. Ho sempre avuto la fortuna di vedere, dietro le mie vicende personali, apparentemente comuni e banali, la provvidente mano di Cristo che si preoccupava di mostrarmi la Sua via.

Mentre presento il conferenziere in un incontro famigliare

Nel 1996, poi, lasciammo Roma, diretti prima a La Spezia, quindi a Taranto e infine a Parigi, dove abbiamo abitato per tre anni, fino al 2007. Partendo da Roma ero un po' preoccupato riguardo la possibilità di poter continuare a ricevere la formazione che l'Opera mi assicurava. Il mio continuo "peregrinare", in Italia e nel mondo, invece mi ha fatto capire come l'Opus Dei, al di là della lingua, delle abitudini, dei costumi di ognuno, è una grande famiglia in cui ci si aiuta, non per le carriere di questo mondo, ma per gli aspetti della vita spirituale, che alla fin fine è l'unica cosa che conta. Particolarmente istruttivo e formativo è stato il mio soggiorno di tre anni in Francia e sono oltremodo sicuro che sarebbe stato uguale in Austria, Spagna, Germania, dovunque. Mi ha sempre molto colpito questo aspetto: potersi sempre sentire in famiglia in qualsiasi Centro dell’Opera, ovunque nel mondo.

Un altro aspetto che mi preoccupava, soprattutto all'inizio del mio cammino di vocazione all’Opus Dei, era il dubbio di riuscire a conciliare gli obblighi che mi derivavano dall'essere militare, nel mio caso Ufficiale della Marina Militare, e quelli che stavo assumendo come membro dell'Opus Dei. Ma devo dire che non ci sono difficoltà; anzi i miei impegni spirituali mi portano a cercare di lavorare bene e con professionalità. Anche in questo caso, determinante è stato l'aiuto e l'esempio di tanti colleghi, della mia come di altre Forze Armate e di Polizia. Oggi lo posso proprio dire per esperienza vissuta.

Attualmente vivo (di nuovo) a La Spezia, dove dirigo un Ufficio di Cooperazione Internazionale per la Difesa. Seguo regolarmente la mia formazione spirituale presso il Centro di Genova, ma soprattutto, ora più di prima, mia moglie ed io cerchiamo di mettere in pratica il precetto evangelico "gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date", e questo in termini di tempo, pazienza e risorse.