“Il buon giornalismo ha una base etica forte”

Questa è la sintesi dell’intervento del Direttore del TG5 Carlo Rossella al corso di comunicazione della RUI lunedi 20 novembre.

La Residenza Universitaria Internazionale è un’iniziativa apostolica dei membri dell’Opus Dei nata nel 1959. In un clima interdisciplinare si crea un autentico ambiente universitario. In questo contesto, il corso di comunicazione è una delle attività formative, rivolte a studenti di tutte le facoltà.

Circa 70 studenti hanno ascoltato con attenzione il Direttore del TG5 e gli hanno posto domande. 

Il Tg5 ha un elevato ascolto giovanile, ha osservato Rossella, e oggi i giovani sono particolarmente smaliziati grazie alla pratica che hanno nel reperire autonomamente informazioni da internet. Al Tg5 se ne accorgono perché hanno la possibilità di seguire gli ascolti istante per istante. Si vede allora che i servizi meglio fatti, più seriamente documentati, attirano più spettatori. Ad esempio le recenti vicende napoletane sono state ben seguite quando venivano interpellate persone competenti e autorevoli, come il Cardinale e responsabili qualificati. Lo stesso per quanto riguarda la lotta all’anoressia e i problemi che toccano la vita della gente, come i temi della famiglia, della vita e dei valori in genere.

Alla fine la verità vince, secondo Rossella, e un esempio eclatante è stato quello del Codice da Vinci, che invece di screditare l’Opus Dei l’ha rafforzata nell’opinione pubblica.

Le tentazioni del giornalista sono il servilismo o il sensazionalismo tipico dei tabloid anglosassoni. 

Le vittime del cattivo giornalismo sono le persone ingiustamente trattate. L’esempio eloquente è la vicenda di tangentopoli, quando gli avvisi di garanzia facevano molto più notizia dell’assoluzione, da parte della magistratura, della persona interessata. Nove colonne annunciavano il presunto colpevole, poche righe ne dichiaravano l’innocenza.

Alcuni miti resistono ingiustamente. Mentre il comunismo è stato denunciato, come il fascismo e il nazismo, resiste l’apologia del 68. Nessuno ricorda i danni che ha provocato alla stabilità della famiglia e alla preparazione universitaria di una o forse più generazioni.

Molte volte un piccolo gruppo di persone, molto attive, riescono a imporre i temi di pubblico dibattito, come accade per l’eutanasia. 

Il paese ha alcuni problemi reali come la scarsa possibilità dei giovani di sposarsi: le case costano, il lavoro non si trova. Inoltre le autostrade sono intasate o mal funzionanti, le telecomunicazioni marcano il passo, i servizi andrebbero migliorati. Eppure, a causa del dinamismo di alcuni, il Paese si trova a discutere su come uccidere i vecchi, invece di pensare a come far vivere i giovani.