Dalla Presentazione di Andrea Pamparana, vicedirettore del Tg5 e collaboratore della Scuola:
"Storie, quelle narrate con semplicità da Pierluigi Bartolomei, che raccontano spezzoni di vita vera. Niente fiction, non ci sono telecamere a spiare quelle facce di ragazzi, ma solo una grande voglia di vivere, di essere protagonisti attivi. Nonostante tutto fosse contrario nei loro spartiti iniziali.
La vita, infatti, non era iniziata sotto i migliori auspici; troverete vicende che vi faranno commuovere e, vi assicuro, Pierluigi ha fatto una scelta minima, avrebbe potuto riempire un’enciclopedia sulla base della sua sola esperienza come direttore dell’Elis.
Faccio spesso un sogno a occhi aperti: vorrei arrivare all’età della pensione, appendere il mio pc al chiodo, e bussare alla sua porta: «Caro Direttore, eccomi. Ora sono qui per voi, per i ragazzi, a tempo pieno». Sono, infatti, un giornalista. Da trent’anni faccio questo mestiere, sono il vicedirettore del Tg5, scrivo articoli, libri, ho una trasmissione radiofonica.
Sono soddisfatto di ciò che ho fatto nella mia vita, credo di poter dire con sincerità di avere avuto un discreto successo. Ma non potete immaginare quale meravigliosa gioia mi diano i volti sorridenti e interessati dei miei ragazzi. Chi sono? Sono studenti di quindici anni del Centro Elis. Studiano e lavorano per diventare tecnici del futuro, si occupano infatti di domotica, quella branca dell’informatica che cerca di rendere sempre più sicure, comode e confortevoli le nostre case.
Amateli e rispettateli e dite loro grazie, perché nei loro occhi possiamo leggere il nostro futuro migliore.
Molti di loro, finita la scuola, vanno in fabbrica, fanno consegne, insomma lavorano sodo. E che ci fanno questi ragazzi con un giornalista? Ecco, questa è la straordinaria novità: facciamo (attenti, facciamo, non faccio o fanno) filosofia. Non storia della filosofia, ma proprio filosofia. Perché insieme siamo partiti dal concetto socratico che di una sola cosa siamo certi: di non sapere.
Amo questi ragazzi, amo quei muri puliti, ordinati, così rigorosi e nello stesso tempo gioiosi e vitali di via Sandro Sandri. Questi ragazzi, tutti gli studenti del Centro Elis, rappresentano il meglio della nostra gioventù. Perché lì, in un quartiere che la storia di questa città, Roma, ha consegnato alle cronache tra quelli difficili, questa isola di efficienza e qualità ha radici profonde nell’insegnamento e nell’esperienza di tanti uomini che all’Elis hanno dedicato la vita, a partire dal fondatore, san Josemaría. Diciamolo: mica si è santi per caso.
Guardateli: ordinati, pieni di rispetto per sé stessi, per i muri della loro scuola, per gli strumenti del loro lavoro, per gli insegnanti. Non una scritta fuori luogo, non un pezzo di carta gettato con malagrazia, le magliette verdi, pronti a scattare in piedi appena un insegnante entra in classe.
Roba vecchia? Cose d’altri tempi? Ma non scherziamo! Questa è una bella e sana gioventù, questa è la futura classe lavoratrice di un Paese che vuole crescere e diventare sempre più moderno. Imparano, eccome se imparano: fanno gli orefici, gli elettricisti, usano i computer, aggiustano sofisticati treni, orologi impossibili (vedere per credere l’Orologio ad acqua del Pincio). E stupiscono il vecchio giornalista che vuol fare il filosofo con una sapienza che non troveresti in una paludata aula universitaria.
Leggetele queste storie scritte da Pierluigi. Per ognuna di loro ce ne sono cento e passa, e tutte meriterebbero di essere raccontate perché parlano di una grande sfida vinta. Entrano ragazzi, a volte carichi di problemi enormi. Escono che sono uomini responsabili, futuri professionisti, bravi padri di famiglia.
Amateli e rispettateli e dite loro grazie, perché nei loro occhi possiamo leggere il nostro futuro migliore".