La lezione è stata introdotta dal presidente dell’Ente napoletano, Luigi Cuccurullo, che è professore Ordinario di Anatomia patologica della Seconda università di Napoli. “Si tratta – ha spiegato Cuccurullo – di uno dei tanti incontri che l’Ipe (Istituto per ricerche ed attività educative) ha dedicato alla bioetica, con corsi e seminari di aggiornamento che coinvolgono docenti universitari di diverse discipline: medici, biologi, ma anche giuristi, teologi e filosofi. Questo taglio interdisciplinare ci permette di offrire momenti costruttivi di dibattito e approfondimento che superano logiche politiche o partitiche, o peggio la solita opposizione di schieramenti laici-cattolici. Si tratta di temi molto attuali e di forte impatto sociale”.
Ad illustrare le problematiche sul tappeto in tema di fecondazione assistita è stato appunto l’ospite d’onore, monsignor Carrasco de Paula, che ha ripercorso le principali tappe della ricerca sugli embrioni degli ultimi due secoli: “Troppo spesso si imposta il dibattito nei termini fuorvianti di braccio di ferro tra laici e cattolici, o peggio chiesa di Roma e stato laico, o peggio ancora come prova di forza tra diversi partiti politici. In realtà il discorso è molto più ampio e complesso e non può ridursi in una formula referendaria. Senz’altro, però, la legge del governo italiano ha mostrato l’intento di tutelare entrambi i gruppi portatori di interessi, da un lato i coniugi desiderosi di diventare genitori, ma dall’altro le vite umane in potenza che chiedono tutela. Si tratta di una posizione in favore delle fasce deboli”. In merito alle accuse avanzate contro la legge 40 del 2004 Carrasco ha precisato: “Questa legge si propone di regolare, non di vietare. Non mi sembra una opposizione alla procreazione assistita, piuttosto il tentativo di controllarla perché possa avvenire senza calpestare l’embrione, salvaguardando i diritti di tutti”.
Tutelare l’embrione, quindi, e non solo da pratiche di fecondazione che lo danneggiano: “Oggi – ha continuato Carrasco - l’utilizzo indiscriminato degli embrioni per gli scopi più diversi è tristemente noto a tutti. Credo che non si possa mai parlare di vero progresso con questi mezzi. Credo anzi che tra qualche anno, con nuove tecnologie e nuovi avanzamenti della ricerca, ci vergogneremo di aver dovuto utilizzare gli embrioni. Certo c’è molto da costruire, ma è aperto un fecondo dibattito in ambito scientifico. Si sono intraprese strade di ricerca, si pensi alle staminali adulte, forse meno comode ed economiche, ma certo in grado di garantire ottimi risultati senza sollevare questioni etiche di così grande rilievo per le coscienze di tutti, non solo dei credenti”.