Abitiamo a Palombara Sabina…

Duilio ed Enza Frullani, cooperatori dell’Opus Dei, abitano in un paesino della provincia di Roma e hanno “scoperto” un modo speciale per mettersi al servizio del prossimo.

Mi chiamo Enza Trotta e faccio la centralinista; mio marito si chiama Duilio Frullani ed è geometra. Abitiamo a Palombara Sabina, non lontano da Roma, in campagna, con non pochi disagi che questo comporta; abbiamo però la possibilità di spostarci in continuazione e di cogliere in questi eventi l’opportunità per santificare la nostra esistenza quotidiana. Siamo entrambi cooperatori dell’Opera e desideriamo in questo scritto non tanto parlare di noi, quanto testimoniare di come si sia arricchita la nostra vita cristiana da quando cerchiamo di mettere in pratica gli insegnamenti che si ricevono nella formazione che l’Opera ci mette a disposizione. All’inizio di tutto c’è stata un’esperienza di dolore e di lutto: la perdita prematura di nostro figlio, l’unico figlio; abbiamo compreso con il tempo che proprio questo evento ci ha fatto però riscoprire la gioia del nostro essere figli di Dio. L’incontro, prima con i libri di san Josemaría e poi con alcune persone che ci hanno aiutato nella formazione, hanno contribuito a tutto questo.

Una cosa che diceva sempre san Josemaría è che l’Opus Dei desidera “servire la Chiesa come la Chiesa vuole essere servita”. Poiché frequentiamo la parrocchia di Santa Maria di Loreto a Guidonia ci è venuto spontaneo metterci a disposizione del parroco, padre Andrea Stefani, a noi carissimo, per tutto ciò di cui ci fosse stato bisogno, compatibilmente con i nostri impegni di lavoro. Per più di due anni dunque abbiamo accompagnato il parroco ogni primo venerdì del mese, nel servizio di visita agli ammalati della zona.

È stata un’esperienza bellissima, che ora, causa gli impegni pastorali del parroco, sempre più numerosi, continuiamo da soli. Mio marito ha avuto il dovuto permesso di portare l’Eucaristia, e ora ogni primo venerdì ci diamo da fare, un po’ emozionati di avere il Signore con noi (abbiamo letto che anche san Josemaría si emozionava in questi casi…); il parroco è molto contento per la nostra disponibilità e per l’amicizia che abbiamo verso gli anziani ammalati. Alcuni di loro, che abbiamo accudito, sono già alla presenza di Dio e aver pregato in vita con loro ci dà la sicurezza che ora ci aiutano dal Cielo. 

Ci sono alcune coppie di coniugi anziani e vederli così uniti e allegri anche nella sofferenza fisica è per noi fonte di sprone e incoraggiamento. Tutti, sapendo che stiamo arrivando, si preparano per la visita: forse anche la nostra, ma soprattutto quella di Gesù Eucaristico. Si vestono al meglio e preparano con cura il tavolino con l’immagine della Madonna e una candela accesa.

 Un’anziana, la signora Ottavia, deceduta da pochi mesi, ogni volta che ci vedeva iniziava a piangere. Da diversi anni era in preda a torpore mentale, parlava poco e quasi mai a tono. Ma una volta, al nostro arrivo, ha iniziato a bisbigliare parole o meglio suoni a noi incomprensibili; il parroco – quella volta era con noi – ci ha spiegato che stava recitando il Padre Nostro in latino. Quale emozione la nostra!

Con mio marito preghiamo molto insieme per molte intenzioni e per l’Opera in particolare.

Abbiamo molti parenti (dalla mia parte) e in modo particolare alcuni nipoti, con i quali portiamo avanti un rapporto di amicizia e fiducia basato su una catechesi chiara e una continua disponibilità.

Possiamo concludere la nostra testimonianza con una sola parola. Grazie.