A Scalea, una targa ricorda ora il passaggio di San Josemaría

Domenica 20 febbraio 2005 è stata inaugurata a Scalea una targa commemorativa di una tappa del viaggio che San Josemaría intraprese nel 1948 da Roma in Calabria e Sicilia, spinto dal desiderio di gettare le fondamenta di un vasto lavoro apostolico nel Sud d’Italia

Domenica 20 febbraio 2005 è stata inaugurata a Scalea una targa commemorativa di una tappa del viaggio che San Josemaría intraprese nel 1948 da Roma in Calabria e Sicilia, spinto dal desiderio di gettare le fondamenta di un vasto lavoro apostolico nel Sud d’Italia.

Partito all’alba del 18 giugno da Roma con una vecchia Lancia Aprilia, San Josemaría fece sosta la sera a Scalea presso la pensione Barbarello. L’indomani ripartiva alla volta di Reggio. Com’era sua consuetudine quando viaggiava, cantava e sgranava rosari pregando per le persone e per il Vescovo delle contrade attraversate. Il 23 giugno era di nuovo a Roma.

Il passaggio e la sosta di San Josemaría nella cittadina dell’alto tirreno cosentino – ricca di memorie bizantine e normanne ed oggi importante centro turistico – è ricordato ora da una targa apposta dall’Amministrazione comunale all’esterno dell’edificio – oggi adibito ad altri usi – ove pernottò il Santo, in via Tommaso Campanella. L’iniziativa è stata promossa da un gruppo di cittadini scaleoti, tra cui alcuni cooperatori dell’Opus Dei.

Prima della benedizione della targa, il Vescovo della Diocesi di San Marco Argentano – Scalea, mons. Domenico Crusco, ha voluto rivolgere un breve indirizzo di saluto ai presenti alla Messa nell’antichissima chiesa di San Nicola in plateis. Ha confidato di essere “un estimatore di San Josemaría” fin da quando era sacerdote ed anche – ed ancora di più da Vescovo - dell’Opera da lui fondata “per illuminazione dello Spirito Santo”, così attenta ai laici e al mondo della cultura. “San Josemaría – ha detto il prelato – è stato la voce di Dio per i nostri tempi travagliati per raggiungere tanti nostri fratelli che sentono il bisogno di aprirsi al soprannaturale e al trascendente”. “Non è vero che la gente oggi non voglia ascoltare la voce di Dio. Ci sono molti uomini di buona volontà che sulla scia della santità di questo testimone del vangelo di Gesù Cristo camminano per realizzare il progetto di Dio …”

“Spero che questa giornata sia come un seme gettato che darà frutto. Una cosa desidero e la chiedo nella preghiera a San Josemaría: che non solo a Scalea ma in tutta la nostra diocesi fiorisca un buon gruppo di amici dell’Opus Dei”.

La Messa è stata celebrata da don Raffaele Martínez in rappresentanza del Vicario della Delegazione della Prelatura dell’Opus Dei per il Centro-Sud. Nell’omelia ha preso spunto dalla breve tappa del viaggio di San Josemaría e dalla liturgia domenicale che ricordava la partenza di Abramo verso la terra promessa per parlare del viaggio della vita e del viaggio della Quaresima verso la Pasqua.

Dopo la Messa i presenti, sfidando le inclemenze del tempo assai piovoso, si sono recati nella vicina Via Tommaso Campanella ove, dopo la benedizione del parroco di San Nicola – don Giacomo Benvenuto -, è stata scoperta la targa alla presenza del Sindaco – dottor Mario Russo - e di rappresentanti del Corpo dei Vigili Urbani, delle Fiamme Gialle e dei Carabinieri. Era presente anche Silvio Barbarello, fratello del gestore della pensione ove alloggiò San Josemaría.