“Vivere la Terra Santa”: l’incoraggiamento di Pizzaballa per una piccola luce in questa notte oscura

A causa dei conflitti fare un pellegrinaggio in Terra Santa è diventato sempre più difficile. In questo articolo raccontiamo come l'iniziativa dell’associazione AESI, “Vivere la Terra Santa”, sia riuscita a far sentire la vicinanza tra famiglie nonostante la guerra e la distanza geografica.

La Terra Santa è da sempre luogo di pellegrinaggio, fin dai tempi dei primi cristiani.

Per secoli, i fedeli provenienti da ogni parte del mondo vi si sono recati per pregare e ripercorrere i luoghi dove ha vissuto Gesù Cristo. ‭«Da molti anni, noi dell’associazione AESI - spiega il professor Massimo Caneva, promotore dell’iniziativa “Vivere la Terra Santa” - organizziamo visite in Terra Santa che ci permettono non solo di visitare i luoghi santi e pregare, ma anche di vivere accanto alla popolazione locale. “Vivere la Terra Santa” non è “solo” un pellegrinaggio: accanto alla dimensione spirituale, c’è quella dell’incontro e del dialogo, con l’obiettivo di contribuire – anche grazie alla preghiera – al cammino verso la pace. Una volta tornati a casa, infatti, i partecipanti sono invitati a continuare a pregare per le persone conosciute lungo il cammino».

«In questa notte così oscura e così difficile da vivere, vogliamo essere una piccola luce» - Cardinale Pizzaballa

E proprio la preghiera, specialmente in questo tempo di conflitti, è ciò che ha continuato ad unire i pellegrini che in passato hanno visitato le terre di Gesù. Infatti, impossibilitati a tornarvi, si sono ritrovati ad Assisi, anche in occasione del Giubileo 2025, per condividere un momento di preghiera per la pace.

Le parole di Pizzaballa per Vivere la Terra Santa

L’idea di vivere in questo modo “alternativo” la Terra Santa, ha trovato il sostegno del cardinale Pierbattista Pizzaballa, patriarca latino di Gerusalemme, il quale ha rivolto ai partecipanti queste parole: ‭«Non dobbiamo disperare. Spero che presto il pellegrinaggio in Terra Santa possa tornare ad essere una realtà concreta e attuabile. Sembra che la situazione stia per cambiare, ce lo auguriamo tanto perché questo clima di odio, esploso da oltre un anno qui in Terra Santa, possa finire presto. Ci vorrà molto tempo per sanare le ferite che questa guerra ha causato. Ci vorrà molto tempo per ricostruire non solo l’infrastruttura fisica a Gaza e in tante altre parti della Terra Santa, ma soprattutto per ricostruire la fiducia tra le popolazioni israeliana e palestinese. La situazione è estremamente complessa, difficile e faticosa. Tutto sembra impossibile da realizzare, tutto sembra bloccato. Ma in questa notte così oscura e così difficile da vivere, vogliamo essere una piccola luce e vogliamo farlo anche con il vostro contributo, con la vostra vicinanza, la vostra solidarietà».