«Ma perché ci stanno riprendendo?». Bruno ha sei anni e non sa che chi gli stringe la mano ha affiancato per 22 anni un Papa che ha fatto la Storia. Joaquín Navarro Valls alza le spalle e sorride al bambino che lo sta accompagnando alla "nuova" via san Escrivá. L'ex direttore della sala stampa pontificia con Giovanni Paolo II, membro dell'Opus Dei, venerdì è arrivato a Pescara proprio per inaugurare la strada che il Comune, su richiesta delle associazioni Forgia e club CasAuria, ha intitolato al fondatore dell'Opus Dei, san Josemaría Escrivá, spagnolo come Navarro Valls e suo amico, avendo condiviso a Roma, dal 1970 al 1975, la sede centrale della Prelatura.
E così, dopo il convegno di venerdì sulla santità, ieri mattina Joaquín Navarro Valls, accompagnato dal sindaco Luigi Albore Mascia e da una schiera di autorità religiose, civili e militari, ha partecipato alla Messa officiata da monsignor Juan Ignacio Arrieta, segretario del Pontificio Consiglio per i Testi Legislativi, nella parrocchia di San Giuseppe. Da via Matese, poi, è partito il corteo che in una decina di minuti ha attraversato a piedi via Rigopiano, via Passolanciano, via Arapietra e da qui, dopo il breve tratto di via Parco Nazionale d'Abruzzo, fino alla nuova via san Escrivá.
Una passeggiata, per Joaquín Navarro Valls che, tra il sindaco e il piccolo Bruno, figlio dell'assessore all'Urbanistica Marcello Antonelli promotore della nuova strada, si è trovato a rispondere anche ai saluti dei passanti. Poi, alle 11, l'inaugurazione, di fronte ai residenti in strada o affacciati ai balconi.
Proprio a loro si è rivolto l'uomo che negli ultimi mesi di vita di Giovanni Paolo II ha aggiornato il mondo intero sulle condizioni del Pontefice: «Mi piace pensare che questa targa rappresenti per tutti voi una "provocazione" al Santo a non lasciarlo in pace, ad andare da lui col pensiero, per raccomandargli le cose che vi stanno più a cuore, per parlargli dei vostri bisogni, dei vostri progetti. Perché i santi sono ancora vivi e il loro compito è proprio di intercedere».
«San Escrivá», ha ricordato il sindaco, «è stato il santo della vita ordinaria, come lo definiva Papa Wojtyla, un santo per il quale l'ordine, l'allegria, la laboriosità e la forza d'animo erano i principali insegnamenti». Da ieri Pescara, come altre 50 città italiane, gli dedica una strada, ben sapendo, come ha ricordato Albore Mascia, «che san Escrivá a Pescara c'è stato davvero, una giornata intera nell'estate del 1967. Pernottò al Singleton».