Una novità libraria

A Michele Dolz si deve la biografia ufficiale stampata in circa 500.000 copie in diverse lingue in occasione della canonizzazione di san Josemaría Escrivá, nel 2002. Con lo stesso stile propone ora in libreria una nuova «vita» edita da San Paolo col titolo «Mia madre la Chiesa», che racconta la passione ecclesiale del santo.

Attingendo per lo più alla storiografia ormai abbondante, Dolz guarda la vita di san Josemaría, dalla fondazione dell’Opus Dei fino alla morte, attraverso un prisma particolare: il suo amore alla Chiesa e l’amore che i Pastori gli hanno sempre dimostrato, dai sacerdoti ai vescovi, ai papi. Ne viene fuori, con il racconto palpitante della vita reale, il tratto dominante dell’Opus Dei e della stessa personalità del fondatore: l’essere Chiesa, il volere come unico scopo servire la Chiesa. Interessanti a questo riguardo i due momenti, brevissimi, in cui Dio permise che venisse meno al santo questa certezza; la risposta immediata di Escrivá fu: se l’Opera non è per servire la Chiesa, distruggila subito. E la risposta di Dio fu una grande pace e una grande sicurezza nella propria missione di preparare laici e sacerdoti che svolgano un ampio apostolato secolare in tutte le diocesi del mondo.

San Josemaría fu oggetto di singolare stima e incoraggiamento da parte dei papi che lo conobbero: Pio XII, Giovanni XXIII e Paolo VI. Quest’ultimo seguì da vicino l’andamento dell’Opera dall’arrivo del fondatore a Roma nel 1946 fino alla sua morte nel 1975 ed era dichiaratamente convinto della sua santità. Altrettanto si dica per i molti vescovi, da quelli spagnoli che gli chiedevano di predicare esercizi spirituali al clero negli anni Quaranta fino a personaggi di spicco ecclesiale come il beato Cardinal Schuster. Aspetti tutti che il libro ricorda con ordine. Non mancano, naturalmente, in queste pagine i racconti delle incomprensioni manifestate da alcuni ecclesiastici, ma proprio in questo contesto si può misurare il loro trascurabile significato; anzi, sono proprio quelle contrarietà a mettere in risalto la vocazione ecclesiale di san Josemaría e della sua Opera. 

Il libro termina con un capitolo dedicato al «dopo» la morte del fondatore