Fornire ai partecipanti un bagaglio d’informazioni di base ed una metodologia di ricerca si è imposto come obiettivo fondamentale per rispondere all’esigenza di affrontare con strumenti adeguati le tematiche della bioetica, oggi rese più pressanti dall’acuirsi di situazioni cliniche inedite e dalla disponibilità di tecnologie innovative.
Com’è emerso nel primo incontro, tenuto dalla professoressa Isabel Trujillo, dell’Università di Palermo, “Multiculturalismo e bioetica”, nell’attuale contesto sociale, segnato dal pluralismo delle opzioni morali, si fa sempre più urgente l’esigenza di un approccio non dilettantistico agli aspetti eticamente controversi per giungere a formulazioni moralmente corrette. La conferma più efficace della complessità della situazione è la molteplicità di modelli e posizioni in merito alla stessa definizione di un preciso statuto epistemologico della bioetica.
Analogamente controversa è la questione dello statuto giuridico dell’embrione, come ha affermato la professoressa Laura Palazzani, della Libera Università M. SS. Assunta di Roma. Ci si è chiesti fino a che punto sia lecita l’innovazione tecnico-scientifica e quando, invece, ci si debba arrestare per riconoscere come prioritari alcuni valori, primo tra tutti quello del diritto alla vita. Il problema, inoltre, non è solo d’ordine tecnico, a proposito della definizione dei valori che delimitano ciò che bene e ciò che è male nel contesto del progresso scientifico, ma anche di tipo normativo. La situazione, sia a livello nazionale che internazionale, è ancora in fieri: ci sono solo direttive, ma non leggi chiare ed eticamente corrette sul tema.
Il caso della clonazione umana è stato affrontato dal professor Francesco D’Agostino, dell’Università Tor Vergata di Roma, Presidente del Comitato Nazionale di Bioetica. Il vivace dibattito col pubblico, a seguito della sua relazione, ha messo in luce come sia necessario prendere posizione: non c’è mediazione possibile, perché o la clonazione, moralmente inaccettabile, sarà vietata oppure, prima o poi, essa si farà strada come pratica sociale accettata.
Gli ultimi due interventi, aventi come oggetto due casi clinici, hanno avuto carattere più pratico, a completamento delle informazioni teoriche fornite durante il corso: la fecondazione in vitro eterologa (dottoressa Donata Cassarà, biologa) e l’eutanasia (dottor Renato Lo Mauro).