“Tutto cominciò con un corso di giornalismo alla RUI”

Così, lunedi 30 ottobre, Fabrizio Ferragni ha iniziato il racconto della sua carriera, che lo ha portato alla vicedirezione del Tg1, di fronte a 60 studenti della RUI, la Residenza Universitaria Internazionale di Roma.

Attraverso tanti episodi, recentissimi e lontani, Ferragni ha evidenziato quanto sia impegnativo il lavoro di chi collabora al telegiornale più “istituzionale” d’Italia. Tempestività, organizzazione, rapidità nel prendere decisioni che possono incidere fortemente sulla vita del Paese. Il Telegiornale della prima rete Rai è seguito ogni giorno da milioni di spettatori abituati ad accordare fiducia e credibilità alla trasmissione.

Come mettere assieme politica italiana, cronaca, spettacoli, notizie dall’estero e così via? Il dosaggio è frutto di un’attenzione continua, di frequenti riunioni di redazione e un incessante aggiornamento. Ecco perché il giornalista deve essere preparato culturalmente ed equilibrato emotivamente. Il senso di responsabilità non lo deve mai abbandonare.

Dare la notizia e rispettare la privacy delle persone, calcolando gli effetti emotivi della messa in onda di un servizio. Sono esigenze opposte in pratica e occorre trovare il giusto equilibrio. Ad esempio, prima di trasmettere i nomi delle vittime di un incidente o di un attentato, occorre verificare che i parenti siano stati avvisati e non lo apprendano dal Tg. E’ una precauzione che può consentire alla concorrenza di prevalere sui tempi, ma vale la pena rispettarla.

Le intercettazioni telefoniche sono un problema di attualità. Quando renderle pubbliche? Anche qui occorre rispettare le regole, alle volte non scritte, della deontologia professionale.

Ferragni ha difeso la dignità del servizio pubblico che ha come garante il Parlamento. L’editore parlamentare è un editore che, malgrado alcuni abusi, dà maggiori garanzie del privato che, comunque, è legato ad interessi precisi. La professionalità resta comunque la virtù che sta nel mezzo delle spinte contrapposte determinate da un regime concorrenziale, come quello italiano.