Turchia: un viaggio per l'unità dei cristiani

Sui passi dei suoi predecessori Paolo VI e Giovanni Paolo II, il prossimo 28 novembre Benedetto XVI si recherà in Turchia per uno dei suoi primi viaggi pastorali.

La Turchia, non a torto, è stata definita la “terra santa della Chiesa”. È in essa, infatti, che la comunità cristiana, soprattutto nei grandi centri di Antiochia e di Efeso, ha preso coscienza della sua identità e si è consolidata.

Non è casuale che la maggior parte degli scritti che compongono il Nuovo Testamento abbia visto la luce in questa terra o sia stata indirizzata a comunità cristiane di queste regioni. Due autori di questi scritti, Paolo di Tarso e Luca di Antiochia, sono tra i primi testimoni di una Chiesa che nel corso dei secoli ha visto una ricca fioritura di personaggi, i quali hanno dato un’impronta all’intero cristianesimo. Il pensiero va ai Padri cappadoci, a quelli antiocheni e a quelli siriaci, ma pure a quell’innumerevole schiera di martiri e di asceti che ancora oggi la liturgia ci propone come modelli di vita cristiana.

Il viaggio del Santo Padre Benedetto XVI in Turchia si colloca in questa storia ed è a partire da essa che va interpretato. Si tratta pertanto di un viaggio pastorale, di un viaggio ecumenico e di un viaggio all’insegna del dialogo con il mondo islamico.

Fin dai primi momenti dell’inizio del suo ministero petrino, Benedetto XVI ha posto come priorità del suo pontificato l’impegno ecumenico. Come ebbe a dichiarare il 20 aprile 2005, nell’omelia pronunciata nella Cappella Sistina il giorno dopo la sua elezione, “l’attuale successore di Pietro si lascia interpellare in prima persona da questa domanda ed è disposto a fare quanto è in suo potere per promuovere la fondamentale causa dell’ecumenismo. Sulla scia dei suoi Predecessori, egli è pienamente determinato a coltivare ogni iniziativa che possa apparire opportuna per promuovere i contatti e l’intesa con i rappresentanti delle diverse Chiese e Comunità ecclesiali”.

Il carattere ecumenico del viaggio del Vescovo di Roma alle Chiese sorelle di Turchia viene sottolineata dalla visita che egli fa nello stesso giorno a sua Beatitudine il Patriarca Mesrob II Mutafyan, nella sede del Patriarcato Armeno Apostolico. Il momento d’incontro personale e di comune preghiera e lo scoprimento di una lapide in lingua armena e turca a ricordo della visita di Paolo VI, di Giovanni Paolo II e, ora, di Benedetto XVI vogliono significare il legame che esiste tra la Chiesa armena apostolica e la Chiesa cattolica.

È significativo che il primo viaggio del Santo Padre in un paese a maggioranza musulmana inizi proprio nella terra dalla quale Abramo, comune patriarca per ebraismo, cristianesimo ed islam intraprese il suo viaggio nella fede in Dio. È, infatti, da Carran, villaggio dell’attuale Turchia, che egli partì in spirito di totale dipendenza a Dio, fidandosi unicamente della parola a lui rivelata.

La rinnovata memoria di queste comuni radici che legano le tre religioni e che il Santo Padre vuole richiamare con il suo viaggio, è un segnale che egli lancia per il superamento delle contrapposizioni che nei secoli hanno talvolta opposto tra loro ebrei, cristiani e musulmani.

Bartolomeo I patriarca ecumenico

Il viaggio in Turchia, in continuità con il pensiero di Papa Giovanni Paolo II,  va inteso come una riaffermazione della volontà della Chiesa cattolica di un’impellente necessità del dialogo interreligioso. La Turchia, paese che si dichiara ufficialmente laico, e che fa da ponte tra Europa ed Asia ed accoglie in sé diverse tradizioni religiose, è come il balcone sul Medio Oriente dal quale rafforzare i valori del dialogo interreligioso, della tolleranza, della reciprocità e della laicità dello Stato.

28 Novembre

Arrivo nella capitale Turca, Ankara.

Visita al Mausoleo di Atatürk, “padre dei turchi”, il quale proclamò la Repubblica turca nel 1923.

Visita al Presidente della Repubblica turca, Ahmet Necdet Sezer.

Incontro con il Presidente per le tematiche religiose, Alì Bardokoglu, gran muftí, massima autorità islamica.

29 Novembre

Viaggio a Smirne e Efeso, dove visse l’Apostolo Paolo, così come san Giovanni Evangelista, accompagnato, secondo la Tradizione, dalla Vergine Maria. In questa città si celebrò nel 431 il Concilio che proclamò la Vergine Maria “Theotokos”, “Madre di Dio”.

Celebrazione della Santa Messa nel Santuario “Meryem Ana Evi”, “Casa di Maria”.

Viaggio a Istambul, visita di preghiera nella Chiesa Patriarcale di san Giorgio.

Incontro privato con Sua Santità Bartolomeo I, patriarca ecumenico ortodosso di Costantinopoli.

30 Novembre, festa di San Andrea

Celebrazione liturgica nella Chiesa Patriarcale di san Giorgio. Firma di una Dichiarazione Congiunta: Il Pontefice realizzerà l’obiettivo originario del suo viaggio: rispondere all’invito del patriarca ecumenico Bartolomeo I di partecipare alla festa del patrono di questo Patriarcato, San Andrea, che si celebra il 30 novembre.

Visita al museo di Santa Sofia.

Preghiera nella Cattedrale armena apostolica e incontro con Sua Beatitudine il Patriarca Mesrob II.

Incontro con il Metropolita siro-ortodosso e il Gran Rabbino di Turchia.

1 Dicembre

Santa Messa nella Cattedrale dello Spirito Santo a Istanbul.

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