Anthony Muheria è stato consacrato vescovo nel gennaio del 2004. Fa parte dell’Opus Dei.
La diocesi di Kitui conta un milione di abitanti, con un 22% di cattolici.
Sinodo dei vescovi: “È stato un incontro che mi ha molto arricchito, ho incontrato Pastori di tutto il mondo, ed è stata un’eccellente occasione per conoscere gli obiettivi, i successi e le sfide della Chiesa; ciò ti aiuta anche a dare ai propri problemi l’importanza adeguata. Credo che sia di importanza decisiva far arrivare la Parola di Dio al maggior numero possibile di persone. Siamo gli amplificatori della Parola, cavi che trasmettono senza farsi notare; i cavi si notano soltanto quando vi sono problemi di trasmissione. Bisogna cercare nuove modalità di trasmissione, compresi fumetti, disegni e storie per bambini. Anche l’arte è un veicolo di evangelizzazione”.
Clero: “Ho 60 sacerdoti, che lavorano molto per poter raggiungere tutti i fedeli, disseminati come sono nel territorio. Stiamo tentando di organizzare alcune attività per chierichetti e giovani, dai quali speriamo che escano futuri seminaristi. Organizziamo attività che stimolano lo studio, lo sport e i giochi. Nel 2007 abbiamo riunito 400 chierichetti e ricordo una di queste feste in cui ci siamo mangiati quattro capre, in un ambiente di grande allegria e divertimento”.
I giovani e la violenza: “La Chiesa cerca la riconciliazione e il perdono, e che la fede sia vissuta. Mi preoccupa il rischio di manipolazione che corrono i giovani e che può indurli alla violenza. Abbiamo organizzato grandi feste per la riconciliazione e la pace, che comprendevano la possibilità di praticare il sacramento della confessione, sottolineando che prima di tutto occorre riconciliarsi con Dio e con gli altri”.
L’Opus Dei in Africa: È presente in Kenya fin dagli anni ’50. Ho conosciuto l’Opera in una delle sue iniziative educative. L’Opera soddisfa la spiritualità e l’apertura dei keniani, che sono molto ospitali e rispondono molto bene a tutto ciò che è buono e onesto. Questa è la mia esperienza prima come ingegnere e poi come sacerdote, quando, fra le altre cose, mi occupavo pastoralmente di donne senza risorse”.
Evangelizzazione: “Ammiro e valuto molto il lavoro dei missionari; io stesso fui battezzato da un missionario della Consolata. Ci occupiamo della famiglia in modo che da essa escano buoni cittadini e anche sacerdoti. La formazione del laicato è essenziale, perché è l’unico modo di cambiare l’Africa. Gli africani andranno a evangelizzare l’Europa, e tutti insieme contribuiremo a una nuova primavera della Chiesa”.
L’Europa: “Ci ha trasmesso la fede e ora le chiedo di pregare per noi e di darci il buon esempio, da fratelli più grandi quali sono. E chiedo loro un aiuto materiale: molta carità, come un pane appena sfornato, odoroso, fragrante della carità di Cristo”.
Benedetto XVI: “Mi ha fatto un’ottima impressione, presente e molto attento durante le sessioni del Sinodo. Il Papa, chiunque esso sia, è sempre il Vicario di Cristo. Poco tempo fa, una donna anziana di un villaggio mi fece molta festa ed era contentissima della mia visita, perché era la prima volta, e forse l’ultima, che vedeva un vescovo, un rappresentante del Signore. Dovetti accettare in dono una delle quattro capre che aveva. Se ha questa venerazione per un vescovo, quale amore avrà per il Papa!”.
Viaggio pastorale in Africa e Sinodo: “Siamo molto contenti perché in marzo Benedetto XVI andrà in Camerun e Angola e consegnerà il documento preparatorio del Sinodo per quel continente, che tratterà del ruolo della Chiesa per la riconciliazione e la pace”.