Nicola, dal coro dei bambini all’inno per san Josemaría e per il beato Álvaro

Nicola è un avvocato che fin da bambino ha coltivato una grande passione per la musica. In questa intervista ci racconta la sua storia e di come sia nata l’idea di comporre un inno dedicato a san Josemaría.

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«Quando avevo cinque anni - racconta Nicola - mio nonno mi regalò una pianolina, una di quelle piccole e semplici, pensate apposta per i bambini. Per me, però, non era un semplice gioco: la presi molto sul serio. Così i miei genitori, notando la mia passione, mi proposero di prendere delle lezioni di musica».

Nicola è nato a Crotone e quando aveva sette anni si è trasferito insieme ai suoi genitori a Roma. «I miei acquistarono casa nel quartiere dove era appena stata inaugurata la parrocchia di San Josemaría Escrivá. - spiega Nicola - Allora era ancora un piccolo prefabbricato di 150 mq, ma mia madre comprese subito che i sacerdoti e le persone che la frequentavano avevano una grande spiritualità e profondità d’animo.

Nel 1996, io avevo 11 anni - continua Nicola - papa Giovanni Paolo II venne per firmare l'atto di dedicazione della chiesa a san Josemaría Escrivá. Fu un momento magnifico».

La passione di Nicola, nata con una pianola e coltivata attraverso le lezioni di pianoforte, è esplosa grazie all’organo della sua parrocchia: «Nella chiesa c’è un organo immenso, - dice Nicola - e io ho trascorso parecchi anni ad osservare gli organisti che accompagnavano i canti durante le celebrazioni. Dopo tanto tempo passato a guardare e imparare, ho iniziato anch’io a suonare quel meraviglioso strumento».

«La musica - aggiunge Nicola -ha avuto un ruolo fondamentale nella mia vita, anche nella mia vita di fede. Dalla preghiera e dalla lettura di testi spirituali si possono sempre trarre ispirazioni. Anche accompagnare i canti della Messa mi ha aiutato moltissimo: a riconoscere i momenti in cui la musica può intervenire, capire quando suonare qualcosa di più o meno gioioso, scegliere il brano giusto in base al messaggio che si vuole trasmettere alle persone…».

Una melodia che diventa canzone

«La mia parrocchia è dedicata a san Josemaría, - spiega Nicola - e in occasione della sua festa, il 26 giugno, viene celebrata una Messa in suo ricordo, come in tanti altri luoghi in Italia e nel mondo. Quindici anni fa pensai di creare un motivetto molto semplice che i bimbi potessero cantare durante la funzione. Era un ritornello molto breve e facile, eppure lo cantarono con grande entusiasmo e partecipazione».

Visto il successo di quella melodia, Nicola decise di comporre una canzone vera e propria.

«Pensammo che sarebbe stato bello comporre delle strofe partendo dai punti di Cammino, l’opera principale di san Josemaría. - racconta Nicola - E quale punto migliore per iniziare se non il primo? L’invito a non avere una vita sterile, a lasciar traccia, colpisce un po’ tutti, indipendentemente dalla propria fede. Nulla è stato lasciato al caso – aggiunge –. Perfino il motivo, allegro e gioioso, è stato scelto con cura per rappresentare al meglio la personalità di san Josemaría».

Dalla passione per la musica alla direzione di un coro universitario

«Dopo gli studi in giurisprudenza sono diventato avvocato – racconta Nicola, che oggi è sposato e papà di due bimbi – ma ho continuato a coltivare la mia passione per la musica, contestualmente alla vita professionale e familiare, occupandomi anche del coro dell'università Campus Bio-Medico di Roma.

È qualcosa a cui tengo molto, dietro la sua realizzazione, infatti, c’è stato un grande lavoro di squadra: dal maestro Andrea Montepaone, che ha curato le elaborazioni corali e orchestrali, ai primi coristi che l’hanno interpretata: Maria Grazia Notarangelo, dipendente della Fondazione UCBM, Federica Nichilò, collaboratrice della medesima Fondazione e Gianmarco Coluccia, studente e neo-laureato in Medicina sempre al Campus Bio-Medico; ognuno ha dato il proprio contributo con entusiasmo, competenza e spirito di servizio».

«Dopo la canzone per san Josemaría ci siamo detti: “Ora dobbiamo farne una anche per il beato Álvaro” – racconta Nicola. Questa canzone è molto intima, con una musicalità più solenne e dolce. 

Riporta alcune delle frasi più belle che san Josemaría ha rivolto al suo successore. In particolare, una mi ha colpito molto: un invito rivolto ai fedeli dell’Opus Dei ad avere la stessa fedeltà che ha avuto don Álvaro, il quale ha sacrificato, con il suo sorriso, tutto quello che aveva di personale. Tutto ciò che portava nel cuore, il suo modo di essere, il beato Álvaro lo ha messo a servizio degli altri, senza mai perdere il sorriso. E questo è un prezioso messaggio anche per noi».