Mons. Fernando Ocáriz ad Avvenire: “La vita ordinaria può essere un cammino sicuro che ci porta a Dio”

Condividiamo parte dell’intervista di Francesco Ognibene a mons. Fernando Ocáriz in occasione della festa di san Josemaría, pubblicata su Avvenire.

Monsignor Ocáriz, qual è l’insegnamento di Escrivá che oggi le sembra più attuale?

Il messaggio di san Josemaría conserva oggi una forza particolare: la chiamata universale alla santità nel lavoro a servizio della società e in famiglia, piccola Chiesa domestica, come piaceva dire a san Paolo VI. In un mondo che tende a dividere il sacro dal quotidiano la sua proposta continua a essere radicale e profondamente cristiana: ogni lavoro, ogni impegno familiare, ogni piccola gioia o sofferenza vissuti con amore diventano occasione di incontro con Dio. Questo richiamo alla santificazione del tempo presente, con realismo e speranza, è più attuale che mai.

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Il vostro recente Congresso generale, appuntamento di grande importanza per il futuro dell’Opus Dei, è coinciso con i giorni nei quali la Chiesa ha conosciuto il nuovo Papa. Che riflessioni le ha suggerito questo intreccio di eventi?

Da una parte c’era il dolore per la morte di papa Francesco; dall’altra il sentimento di attesa che ci ha uniti con tutta la Chiesa, in preghiera e disponibilità. La coincidenza ci ha ricordato come la nostra identità laicale sia profondamente radicata nella Chiesa, nostra Madre. L’elezione di un nuovo Papa è sempre un momento di grazia e di responsabilità, che chiama ciascuno di noi a rinnovare la fedeltà a Cristo attraverso il successore di Pietro. Mi ha colpito la gioia di tanta gente non appena intravista la fumata bianca, un’ora prima che si conoscesse l’identità del Papa; la festa di avere già un padre comune, chiunque egli sia.

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