Meditazioni: Martedì della 16ª settimana del Tempo Ordinario

Riflessioni per meditare nel martedì della sedicesima settimana del Tempo Ordinario. I temi proposti sono: Maria abbraccia la volontà divina, Libertà e dono di sé non sono in contraddizione, Dio ci parla attraverso altre persone.

- Maria abbraccia la volontà divina

- Libertà e dono di sé non sono in contraddizione

- Dio ci parla attraverso altre persone


Gesù era circondato dalla folla; qualcuno si avvicinò a lui e gli disse: «Ecco, tua madre e i tuoi fratelli stanno fuori e cercano di parlarti». Allora il Signore rispose: «Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?». E indicando le persone che lo seguivano aggiunse: «Ecco mia madre e i miei fratelli! Perché chiunque fa la volontà del Padre mio che è nei cieli, egli è per me fratello, sorella e madre» (Mt 12, 46-50).

In un primo momento la reazione di Cristo può sembrare fredda: dà l’impressione di non dare troppa importanza a sua madre. Eppure le rivolge l’elogio più grande, perché Maria, più di chiunque altro, ha compiuto la volontà di Dio. Sant’Agostino afferma che lei ha concepito Gesù prima di tutto nella fede, e che è benedetta perché ha serbato la verità nella sua mente prima che nel suo seno[1]. Si tratta di un’affermazione audace: Maria è madre di Cristo più per fede che per natura. Ella ha compiuto la volontà di Dio quando ha accettato la proposta dell’angelo di essere la madre del Messia. Ma non solo; più avanti le si sono presentate tante altre occasioni per accettare ancora una volta i progetti divini.

«La Vergine non si limitò a dire fiat – commentava san Josemaría -, ma realizzò in ogni istante la sua decisione, stabile e irrevocabile. Così noi: quando ci muove l’amore di Dio e conosciamo la sua volontà, dobbiamo impegnarci a essere fedeli, leali, e a esserlo veramente»[2]. Nel corso della nostra vita avremo molte opportunità per abbracciare la volontà di Dio in cose grandi e in cose piccole. L’atteggiamento di Maria è per noi una dimostrazione che non c’è nulla che ci possa rendere più felici che seguire con amore e libertà i progetti che il Signore ha pensato per noi. «Accetta senza paura la Volontà di Dio; formula senza esitazioni il proposito di edificare, tutta la tua vita, con ciò che ci insegna ed esige da noi la nostra fede. – In questo modo, sii certo che, anche tra le pene e persino tra le calunnie, sarai felice, di una felicità che ti spingerà ad amare gli altri, e a farli partecipi della tua gioia soprannaturale»[3].


Maria, con la sua obbedienza alla volontà divina, sciolse i nodi che aveva provocato la disobbedienza di Eva[4]. Il desiderio della prima donna di essere come Dio aveva ferito profondamente la natura umana. Maria, confessando di essere la schiava del Signore, permise che Dio si facesse uomo per liberarci dalla schiavitù del peccato. Il sì della Madonna, pertanto, contribuì a darci una nuova libertà.

Si può a volte pensare che obbedienza e libertà siano due realtà contrapposte; si crede allora che optare per l’una andrà sempre a detrimento dell’altra. Questo modo di pensare sarebbe vero in una relazione segnata dal peccato. In quel caso, obbedire ai dettami del male contribuisce effettivamente a ridurre la propria libertà personale. Un po’ per volta si va perdendo l’autonomia nello scegliere il bene e ci si sente incapaci di agire per amore. Si agisce non tanto per un ideale che ispira la propria esistenza e che riempie di gioia, ma per la forza irresistibile con cui il peccato si manifesta.

Maria invece ci insegna che è possibile obbedire a Dio ed essere autenticamente liberi. «La libertà e il dono di sé non sono contraddittori; si sostengono a vicenda. La libertà si può cedere soltanto per amore; non riesco a concepire altro genere di concessione. Non è un gioco di parole, più o meno felice. Nel dono di sé volontario, in ogni istante della dedicazione, la libertà rinnova l’amore, e rinnovarsi significa essere sempre giovane, generoso, capace di grandi ideali e di grandi sacrifici»[5]. Per questo motivo, come ricorda il prelato dell’Opus Dei, l’obbedienza a Dio, quando si attua per amore, «non solo è un atto libero, ma inoltre è un atto liberatore»[6]: ci libera dai vincoli del peccato e ci permette di scoprire il bene che compiere la volontà divina comporta per la propria vita. Questa è la felicità cantata dal salmista: «I precetti del Signore sono retti, fanno gioire il cuore; il comando del Signore è limpido, illumina gli occhi» (Sal 19, 9).


Nella corso della storia della salvezza il Signore ha comunicato la sua volontà attraverso persone concrete. Alcuni profeti, per esempio, esortavano i loro contemporanei ebrei ad abbandonare i culti stranieri per adorare solamente il Dio d’Israele. Davide è stato eletto re d’Israele attraverso Samuele, che aveva ricevuto dal Signore l’indicazione di ungerlo. Anche oggi «Dio può farci vedere la sua volontà mediante chi ci sta intorno e rivesta una qualche autorità, a seconda del ruolo e del contesto. La consapevolezza che Dio ci può parlare attraverso altre persone o eventi più o meno ordinari e la convinzione che lì davvero possiamo ascoltarlo, suscitano in noi la docilità verso i suoi piani, anche quelli nascosti nelle parole di chi ci accompagna nel cammino»[7].

Questo non vuol dire, naturalmente, che ogni consiglio che riceviamo sia infallibile. «Dio non impone un’obbedienza cieca, ma un’obbedienza intelligente»[8]. E questo è un invito a confrontare quello che ci dicono con quello che pensiamo, in un dialogo franco con l’altra persona, alla quale manifestiamo con umiltà e fiducia il nostro punto di vista. In questo senso il prelato dell’Opus Dei ricorda che «chi esercita l’autorità deve fare molta attenzione a non imporre arbitrariamente il proprio criterio e a evitare di dare indicazioni e consigli come se fossero di per sé espressione della volontà di Dio»[9].

Vi saranno occasioni in cui una persona ci trasmette la volontà divina perché ci ricorda una norma degli insegnamenti della fede cattolica quando, per esempio, ci troviamo nel dilemma tra un atto peccaminoso e un altro che non lo è. Però la maggioranza delle volte sarà più difficile scegliere, diverse opzioni possono essere buone e, in quel caso concreto, non sappiamo quale sia da preferire: accettare o rifiutare un impiego, acquistare o fare a meno di una determinata cosa, realizzare o meno un certo progetto... Il consiglio di una persona che ci vuol bene e che ha la grazia del Signore per aiutarci può darci un poco di luce, perché ci accorgiamo della nostra insufficienza e ci rendiamo conto che i nostri sentimenti possono togliere obiettività al nostro giudizio. Tuttavia questi consigli sono un aiuto affinché ognuno prenda con assoluta libertà una decisione prudente. La Vergine Maria ci potrà aiutare a compiere e ad amare la volontà divina in ogni momento, sapendo che il Signore è il primo ad essere interessato alla nostra personale felicità ed è colui che rende sempre più ampia e bella la nostra libertà.


[1] Cfr. Sant’Agostino, Sermo 72 A, 3. 7-8.

[2] San Josemaría, È Gesù che passa, n. 173.

[3] San Josemaría, Forgia, n. 814.

[4] Cfr. Sant’Ireneo, Adversus haereses, III, 22, 4 (PG 7-I, 959-960).

[5] San Josemaría, Amici di Dio, n. 31.

[6] Mons. Fernando Ocáriz, Lettera pastorale, 9-I-2018, n. 7.

[7] Mons. Fernando Ocáriz, Lettera pastorale, 10-II-2024, n. 6.

[8] San Josemaría, È Gesù che passa, n. 17.

[9] Mons. Fernando Ocáriz, Lettera pastorale, 10-II-2024, n. 7.