L'abbraccio di 200.000 persone al Papa

Erano circa 200.000 le persone riunite questa domenica in Piazza San Pietro per manifestare la propria solidarietà a Benedetto XVI dopo la sua mancata visita all'Università “La Sapienza” di Roma.

In uno degli incontri capitolini più affolati di questo pontificato, il Papa ha lanciato l'appello a rispettare sempre le opinioni altrui in un breve ma sincero intervento, interrotto costantemente dagli applausi e dalle grida di “Viva il Papa!”.

Nelle sue parole di saluto, subito dopo la preghiera dell'Angelus, ha ricordato che la visita all'Università, prevista per il 17 gennaio, era stata programmata su invito della stessa istituzione accademica.

“Purtroppo, com’è noto, il clima che si era creato ha reso inopportuna la mia presenza alla cerimonia”, ha spiegato Benedetto XVI, sottolineando di aver comunque inviato al Rettore Renato Guarini il testo del discorso preparato affinché venisse letto per l'inaugurazione del nuovo anno accademico.

“All’ambiente universitario, che per lunghi anni è stato il mio mondo, mi legano l’amore per la ricerca della verità, per il confronto, per il dialogo franco e rispettoso delle reciproche posizioni”, ha confessato poi.

“Come professore, per così dire, emerito che ha incontrato tanti studenti nella sua vita, vi incoraggio tutti, cari universitari, ad essere sempre rispettosi delle opinioni altrui e a ricercare, con spirito libero e responsabile, la verità e il bene”.

Prima di congedarsi, Benedetto XVI ha quindi rivolto un ultimo augurio a braccio: “Andiamo avanti in questo spirito di fraternità, di amore per la verità e per la libertà, nell’impegno comune per una società fraterna e tollerante. Grazie a voi tutti”.

Famiglie, studenti e persino diversi esponenti politici, provenienti da tutta Italia, hanno invaso quest'oggi Piazza San Pietro; tra i cartelli esposti, alcuni recavano la scritta: “La verità ci rende liberi”.

L'invito a manifestare il proprio affetto a Benedetto XVI era arrivato dal Cardinale Vicario Camillo Ruini, il quale aveva chiesto ai fedeli della città di Roma di mostrare “un gesto di affetto e di serenità [...] espressione della gioia che proviamo nell'avere Benedetto XVI come nostro Vescovo e nostro Papa".

Le proteste degli studenti hanno avuto luogo dopo la diffusione di una lettera indirizzata al Rettore dell'Università “La Sapienza”, e firmata da 67 dei 4.500 dell'Ateneo, nella quale si chiedeva di revocare la visita del Papa.

Nella missiva si accusava il Santo Padre di essere contrario alla libertà di ricerca, citando un discorso pronunciato dal Cardinale Joseph Ratzinger nel 1990, nella stessa Università, sulla crisi della fiducia nella scienza fine a se stessa.

In occasione della conferenza Ratzinger aveva citato questa frase incriminata: “La Chiesa dell'epoca di Galileo si attenne alla ragione più che lo stesso Galileo, e prese in considerazione anche le conseguenze etiche e sociali della dottrina galileiana. La sua sentenza contro Galileo fu razionale e giusta”.

I docenti, tuttavia, non spiegavano nella lettera che la frase non era del Cardinale Raztinger, ma del filosofo gnostico-scettico Paul Feyerabend. Il porporato tedesco aveva citato questo giudizio unicamente per illustrare la mutata posizione della Chiesa su Galileo.

Si tratta di un caso analogo alle proteste dei musulmani radicali innescate dallaLectio magistralis del Papa all'Università di Ratisbona, nel settembre 2006, quando citò una frase di Manuele II Paleologo (1350-1425).

La riabilitazione del “caso Galileo”, che ha avuto lugo durante il pontificato di Giovanni Paolo II, è dovuta in parte anche al contributo del Cardinale Ratzinger, allora Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede.

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