La “vera rivoluzione”: quella che proviene da Dio

Nella Vigilia di sabato 20 agosto, il Santo Padre ha presentato ai giovani di 193 Paesi, riuniti per Giornata Mondiale della Gioventù (GMG) a Colonia, “la vera rivoluzione capace di trasformare il mondo: quella proveniente da Dio”. Nell’omelia di domenica il Papa ha chiesto ai giovani di aiutare “gli uomini a scoprire la vera stella che ci indica la strada: Gesù Cristo!”.

Benedetto XVI, accolto con lo stesso entusiasmo e gli stessi apllausi tributati in passato al suo predecessore, Giovanni Paolo II, ideatore di questa Giornata, ha spiegato, parlando in cinque lingue, che i santi “sono i veri riformatori”.

”Ora vorrei esprimerlo in modo ancora più radicale: Solo dai santi, solo da Dio viene la vera rivoluzione, il cambiamento decisivo del mondo”, ha sottolineato nel rivolgersi ai ragazzi che riempivano la spianata di Marienfeld, a circa 27 chilometri da Colonia.

Fra i santi da lui proposti come modelli di vita, il Papa ha menzionato le figure di San Benedetto, San Francesco d´Assisi, Santa Teresa d´Avila, San Ignazio da Loyola, San Carlo Borromeo, così come i più recenti testimoni della fede: Massimiliano Kolbe, Edith Stein, Mare Teresa di Calcutta e Padre Pio.

Nella corso della sua Omelia, interrotta soprattuto nella seconda parte dai molti applausi, il Santo Padre ha ricordato che nel secolo XX il mondo è stato testimone di “rivoluzioni, il cui programma comune era di non attendere più l’intervento di Dio, ma di prendere totalmente nelle proprie mani il destino del mondo”.

Un gruppo di ragazzi italiani all'ingresso della cattedrale di Colonia

“E abbiamo visto che, con ciò, sempre un punto di vista umano e parziale veniva preso come misura assoluta d’orientamento. L’assolutizzazione di ciò che non è assoluto ma relativo si chiama totalitarismo. Non libera l’uomo, ma gli toglie la sua dignità e lo schiavizza ”, ha affermato parlando dall`alto di una collina artificiale realizzata per l´occasione.

“Non sono le ideologie che salvano il mondo – ha avvertito –, ma soltanto il volgersi al Dio vivente, che è il nostro creatore, il garante della nostra libertà, il garante di ciò che è veramente buono e vero”.

La rivoluzione vera consiste unicamente nel volgersi senza riserve a Dio che è la misura di ciò che è giusto e allo stesso tempo è l’amore eterno. E che cosa mai potrebbe salvarci se non l’amore? ”, ha domandato sotto un palco che ricordava la nube di Dio dell`Antico Testamento.

Il Successore di Pietro ha riconosciuto che “si può criticare molto la Chiesa. Noi lo sappiamo, e il Signore stesso ce l’ha detto: essa è una rete con dei pesci buoni e dei pesci cattivi, un campo con il grano e la zizzania”.

“Papa Giovanni Paolo II, che nei tanti beati e santi ci ha mostrato il volto vero della Chiesa, ha anche chiesto perdono per ciò che nel corso della storia, a motivo dell’agire e del parlare di uomini di Chiesa, è avvenuto di male”, ha quindi ricordato.

In fondo – ha dichiarato –, è consolante il fatto che esista la zizzania nella Chiesa . Così, con tutti i nostri difetti possiamo tuttavia sperare di trovarci ancora nella sequela di Gesù, che ha chiamato proprio i peccatori”.

“La Chiesa è come una famiglia umana, ma è anche allo stesso tempo la grande famiglia di Dio, mediante la quale Egli forma uno spazio di comunione e di unità attraverso tutti i continenti, le culture e le nazioni”, ha affermato.

“Lo sperimentiamo proprio qui a Colonia – ha quindi concluso – quanto sia bello appartenere ad una famiglia vasta come il mondo, che comprende il cielo e la terra, il passato, il presente e il futuro e tutte le parti della terra ”.

Per l`Anno dell`Eucaristia convocato da Giovanni Paolo II (ottobre 2004-ottobre 2005), il Papa ha chiesto di mettere al centro della propria pratica di fede Gesù Eucaristia. Ragione per cui l`atto centrale dell`evento è stata l`adorazione del Santissimo Sacramento.

Al termine dell`incontro la grande maggioranza dei ragazzi sono rimasti per la notte, provvisti di sacco a pelo, cantando, pregando fino alle prime ore dell’alba davanti al Santissimo esposto in una cappella, conversando e stringendo nuove amicizie. Da lì la domenica mattina hanno assistito alla Messa presieduta dal Papa, alla quale hanno partecipato circa un milione di persone.

Nella Messa di chiusura della Giornata Mondiale della Gioventù

“Chi ha scoperto Cristo deve portare altri verso di Lui. Una grande gioia non si può tenere per sé. Bisogna trasmetterla”, ha affermato il Santo Padre nell’omelia rivolgendosi all’enorme folla riunita nella spianata di Marienfeld.

L’Eucaristia si è chiusa proprio con la cerimonia della “Consegna della Croce” ai ragazzi e alle ragazze presenti e con il “mandato missionario” ai cinque continenti. Nell’omelia il Vescovo di Roma aveva constatato che “in vaste parti del mondo esiste oggi una strana dimenticanza di Dio. Sembra che tutto vada ugualmente anche senza di Lui. Ma al tempo stesso esiste anche un sentimento di frustrazione, di insoddisfazione di tutto e di tutti”.

“Vien fatto di esclamare: Non è possibile che questa sia la vita! – ha confessato –. Davvero no. E così insieme con la dimenticanza di Dio esiste come un ‘boom’ del religioso”, ha spiegato, rivelando il rischio che la religione diventi “un prodotto di consumo”.

“Si sceglie quello che piace, e certuni sanno anche trarne un profitto. Ma la religione cercata alla maniera del ‘fai da te’ alla fin fine non ci aiuta. È comoda, ma nell’ora della crisi ci abbandona a noi stessi”.

Per questo motivo, il Papa ha chiesto ai giovani riuniti a Colonia di aiutare “gli uomini a scoprire la vera stella che ci indica la strada: Gesù Cristo!”.

“Cerchiamo noi stessi di conoscerLo sempre meglio per poter in modo convincente guidare anche gli altri verso di Lui”, ha esortato.

Come mezzi per scoprire ed annunciare Cristo, il Pontefice ha presentato la partecipazione attiva alla Messa domenicale , il sacramento della Riconciliazione , la meditazione delle Sacre Scritture , la lettura del “Catechismo della Chiesa Cattolica” e del suo “Compendio” , pubblicato recentemente.

“Formate delle comunità sulla base della fede! – ha infine raccomandato –. Negli ultimi decenni sono nati movimenti e comunità in cui la forza del Vangelo si fa sentire con vivacità”.

Un gruppo italiano al termine della Messa.

“La spontaneità delle nuove comunità è importante, ma è pure importante conservare la comunione col Papa e con i Vescovi – ha osservato –. Sono essi a garantire che non si sta cercando dei sentieri privati, ma invece si sta vivendo in quella grande famiglia di Dio che il Signore ha fondato con i dodici Apostoli”.

Nonostante la sua ben nota discrezione, Benedetto XVI non ha nascosto la propria soddisfazione di fronte all’accoglienza riservatagli dai giovani. All’inizio dell’Eucaristia, lasciando da parte il discorso che aveva preparato, li ha ringraziati e ha manifestato l’impossibile desiderio di salutare tutti, “uno a uno”, “personalmente” .

Nella banda laterale destra offriamo il link ai testi completi di tutti i discorsi tenuti dal Santo Padre nelle giornate di Colonia