«La santità è possibile a tutti, perché tutti possono vivere il Vangelo in famiglia, nei luoghi di lavoro, nella società e nella politica. Sta qui il filo conduttore della storia di San Josemaría Escrivá. Tutti possono mostrare la bellezza di una vita vissuta secondo il Vangelo, offrendo il proprio contributo alla storia comune».
Ieri mattina, nella chiesa di Santo Spirito, il vescovo Roberto Amadei ha presieduto una concelebrazione eucaristica nel 30° anniversario della morte di San Josemaría Escrivá, sacerdote spagnolo fondatore dell'Opus Dei, canonizzato da Giovanni Paolo II il 6 ottobre 2002. L'Opus Dei, eretta in prelatura personale dalla Santa Sede il 28 novembre 1982, è formata da sacerdoti e soprattutto da laici sparsi nei cinque continenti che si impegnano a vivere la santità e l'apostolato attraverso la santificazione del lavoro, in mezzo al mondo e senza cambiare stato.
«Quando parliamo di Santi - ha esordito il vescovo all'omelia - dobbiamo evitare due tentazioni. La prima è considerarli come medaglie preziose di cui fregiarsi invece che testimoni della Parola di Dio nella storia. La seconda è guardare ai Santi come persone che non hanno nulla da dire al cammino dell'uomo. No, santità significa parlare delle nostre giornate, dello scopo della vita, scoprire il progetto di Dio su ogni uomo, testimoniare il suo amore nella storia. Ecco perché i Santi sono persone veramente realizzate e modelli per la nostra vita. Questo è il messaggio del Signore trasmesso attraverso la vita, gli insegnamenti e la stupenda attività di San Josemaría Escrivá».
Monsignor Amadei ha ricordato il cammino del fondatore dell'Opus Dei. «È stato uno straordinario uomo di azione e contemplativo itinerante, unicamente preoccupato di realizzare la volontà di Dio nella vita quotidiana e di scorgere l'assidua presenza del Signore anche nel frastuono del mondo. In tutta la sua esistenza ha obbedito a Dio, prendendo il largo in ogni ambito della società, per testimoniare l'amore del Signore con una santità possibile a tutti, perché figli dello stesso Padre. Soltanto così si diventa apostoli, altrimenti tutto si riduce ad attivismo. Il sentirsi figli dello stesso Padre fa testimoniare la bellezza di una vita vissuta secondo il Vangelo, offrendo il proprio contributo alla storia comune. Soltanto così si può destare nell'uomo la nostalgia del volto di Dio e si può coltivare il giardino della nostra vita, della società e del mondo. Oggi, c'è estremo bisogno di testimoniare il volto di Dio, perché anche i credenti sono tentati di relegare la fede in momenti religiosi».
Interrogarsi sulla propria vita è un altro messaggio di San Josemaría Escrivá. «E un messaggio grande e urgente ha proseguito il vescovo - perché nella società sempre meno si mette a tema l'uomo e lo scopo della vita, domande a cui la scienza non può rispondere. Il senso della vita viene smarrito perché la società basa l'esistenza su soldi, carriera, consumare cose. Come dice San Josemaría Escrivá, il cammino verso la santità ha bisogno di almeno due mezzi. Dare ordine alle giornate, curando la relazione col Signore. Ascoltare il Signore, gli appelli dell'uomo e il magistero della Chiesa, perché non si può separare Gesù Cristo dalla Chiesa, suo corpo concreto».