Ferrara, "l'elefantino" alla RUI

Il 12 giugno Giuliano Ferrara ha incontrato gli studenti della Residenza Universitaria Internazionale di Roma, all'EUR. L’incontro si è svolto nell’aula magna della residenza con un ottantina di partecipanti.

La serata - non una conferenza, ma un incontro informale - è stata prevista a tema libero: Giuliano Ferrara (a volte chiamato "l'elefantino" per il simbolo stampato in calce ai suoi editoriali) "esposto" alle domande degli studenti.

Molti i temi su cui il direttore de Il Foglio è stato chiamato a rispondere: dalla comunicazione, alla politica fino ad arrivare alle questioni etiche. “Il mito dell’uomo padrone di sé e del mondo, è oggi in discussione” ha detto Ferrara, “le utopie del passato, che secolarizzavano concetti teologici come la salvezza dell’uomo, proponendo una sorta di paradiso in terra, si sono rivelate un inganno”. Di fronte a questo, sostiene Ferrara, la gente si pone serie domande sul modello di vita da seguire: “c’è un certo desiderio di un modello meno impositivo e più razionale, che sappia comprendere i limiti del dominio dell’uomo sul mondo”. In questo senso l’idea dell’uomo come creatura, che appartiene al cristianesimo, sta tornando di grande interesse.

Ferrara ha sottolineato il valore pubblico della religione: la cultura che diffonde il cristianesimo deve contribuire al dibattito pubblico, “perché le persone sentono il bisogno di poter distinguere tra il bene e il male, non tanto come principi astratti e categorie teologiche, ma come la domanda su ciò che è bene e ciò che è male in concreto per sé e per gli alti”. Bisogna “laicamente” riconoscere che il cristianesimo è in grado di dare un fecondo contributo a questa ricerca.

In Italia si sente il bisogno di un rinnovamento, ha proseguito il direttore de Il Foglio, la politica deve tornare a rispondere ai problemi concreti della gente comune, con progetti chiari e comprensibili. Un esempio da lui citato è stato il Family Day ( o dies familiae come perferisce chiamarlo): non la manifestazione di una fazione cattolica, ma lo scendere in piazza di una sorta di rappresentanza dell’intero popolo italiano, quello comune, per chiedere più attenzione ai problemi reali.