Ettore Bernabei, uno dei maestri della televisione italiana da molti anni, ha
incontrato gli studenti universitari della Residenza Universitaria Internazionale di Roma lunedi 23 ottobre, inaugurando così un ciclo di incontri con i grandi comunicatori.
Si può fare una buona televisione, questa è se vogliamo l’estrema sintesi dell'intervento di Bernabei.
Assieme agli studenti, l'ex direttore generale della Rai ha ricordato l'origine delle società televisive, come società pubbliche in Europa e come attività commerciali in America. Poco a poco il modello commerciale si è imposto anche da noi. I messaggi della televisione guidata dagli inserzionisti tendono a non porre riferimenti di valore etico, per non distrarre l'attenzione dalla comunicazione pubblicitaria.
Così si è andata imponendo una televisione relativista, incapace di presentare la realtà come creazione che rimanda a un Creatore. Anche in questo contesto difficile è possibile impegnarsi in una battaglia di qualità. Come dimostrano i successi di trasmissioni come quelle di Benigni sul
Paradiso di Dante o il Giovanni XXIII prodotto dallo stesso Bernabei che continua a mantenere il record di ascolti per la fiction.
Il futuro è promettente perché il pubblico è maturato e non si fa più attrarre dalla televisione spazzatura. In futuro saranno gli spettatori stessi a scegliere i programmi che desiderano, grazie alle nuove tecnologie. Perciò non occorre preoccuparsi tanto degli “acquedotti” (le emittenti) quanto di produrre “acqua buona” (buoni programmi) che fluirà attraverso la tv, internet, telefonini e così via. Durante il dibattito con gli studenti ha invitato i giovani ad affrontare, senza lasciarsi trascinare in polemiche strumentali, problematiche attuali come i dibattiti culturali e religiosi presenti nella nostra società. Ha sottolineato quanto occorra essere ben preparati per una comunicazione che esprima uno stile di vita di persone coerenti coi propri principi e valori culturali etici e religiosi.