La domanda nasce dalla consapevolezza che l’evoluzione culturale in Europa sta subendo una forte accelerazione, nella quale non mancano pressioni che tendono a relativizzare il fecondo apporto bimillenario dell’esperienza cristiana, che costituisce una delle sue radici più significative. Il fenomeno che parte da élite ristrette ha però influenza molto diffusa, attraverso i mezzi di comunicazione nell’educazione delle nuove generazioni.
Giovanni Paolo II nell’esortazione post-sinoldale Ecclesia in Europa dice dei presbiteri europei che “nell’attuale situazione culturale e spirituale del continente europeo, sono chiamati a essere segno di contraddizione e di speranza per una società malata di orizzontalismo e bisognosa di aprirsi al trascendente” (n.34).
Mons. Alessandro Plotti, Arcivescovo di Pisa e Vicepresidente della CEI, ha tenuto una relazione sul tema centrale del convegno, esortando i sacerdoti ad essere protagonisti di una fedeltà creativa, di proseguire nel cammino della valorizzazione missionaria dei laici cristiani inseriti in ogni ambito della società; ha esortato i convenuti ad essere ottimisti nella fede e nella speranza cristiana, sottolineando alcuni tra i molti aspetti positivi sui quali far leva nell’azione evangelizzatrice: l’apertura reciproca dei popoli, la riconciliazione di nazioni a lungo ostili, l’apporto etico e religioso dei paesi dell’est Europa, il ricostituirsi di una coscienza europea, il cammino della pace, la riscoperta della missione della Chiesa intesa come servizio, l’eco crescente del magistero del Papa.
Il presbitero europeo, ha affermato, deve saper convivere con la complessità della situazione attuale. Ha ricordato la scelta della Chiesa italiana di rilanciare in chiave missionaria la parrocchia. E ha affermato che occorre investire molte energie nell’evangelizzazione della cultura e della scienza.
Mons. Aldo Giordano, Segretario Generale del Consiglio delle Conferenze episcopali europee, ha tenuto una relazione sul tema: L’Europa e la verità cristiana. Prospettive per un’evangelizzazione di nuova qualità. Ha messo in evidenza come l’Europa di oggi sia in ricerca. Gli eventi storici degli ultimi anni e i problemi che sorgono con la multiculturalità hanno tolto certezze alla cultura europea, che si ritrova alla ricerca della verità, con nostalgia della vera bellezza e nella necessità di ritrovare la categoria del bene morale. Oggi il problema morale è di tutti: attende una risposta certa.
Occorre approfittare del dibattito sulle radici cristiane dell’Europa per approfondire la verità del cristianesimo. I valori citati dal preambolo della carta costituzionale europea possono essere intesi in senso cristiano, ma è necessario tornare a fornire a quelle parole il loro contenuto cristiano: libertà, famiglia, dignità della persona umana. Di fronte a tutte le esigenze dell’uomo europeo il cristiano e il sacerdote sanno che la soluzione vera sta nell’incontro con Cristo risorto, vero salvatore dell’uomo. Di Lui l’Europa ha bisogno, della verità e della bellezza che Lui è e che la sua esperienza suscita nella vita dei popoli e nella cultura, dell’orientamento certo sul bene che la sua persona e la sua dottrina dona.