Angelino Alfano alla Residenza Universitaria Internazionale

Il Ministro della Giustizia ha inaugurato il 13 novembre l'Anno Accademico 2008-2009 della RUI, Collegio Universitario di Roma.

Quello che si è aperto il 13 novembre sarà un anno importante per la RUI perché vedrà la ricorrenza di un significativo anniversario: siamo alle soglie dei cinquant'anni da quando il fondatore dell'Opus Dei, san Josemaría Escrivá, diede impulso alla realizzazione di questo luogo dove, ancora oggi, giovani studenti da tutto il mondo si ritrovano assieme nella città eterna a vivere e a completare la loro formazione umana e accademica. 

Quest’anno l'inaugurazione  dell’Anno Accademico è stata affidata all’on. Angelino Alfano, Ministro della Giustizia. L’intervento del Ministro è stato preceduto da una breve relazione dell'avv. Stefano Anzilotti, direttore della RUI, e da un saluto del prof. Cristiano Ciappei, Presidente della Fondazione Rui e Ordinario di Strategie e Valori d'Impresa all'Università di Firenze. Il primo, in particolare, ha illustrato la natura del progetto formativo che anima la Residenza, sottolineandone con forza il perdurante valore culturale e la ritrovata internazionalità. Non è poi mancato un riferimento alla familiarità dei rapporti umani e ai legami di amicizia quale vera cifra della Residenza e delle sue attività. 

La prolusione inaugurale del Ministro ha avuto come titolo “La riforma della giustizia tra garanzie soggettive ed efficienza del sistema”. Prima di esporre i contenuti giuridici della Lectio, il Ministro ha voluto brevemente ricordare la sua esperienza di giovane siciliano che, trasferitosi a studiare all’università Cattolica di Milano, ha trovato alloggio presso un Collegio Universitario. I rapporti di amicizia con i colleghi e il valore formativo di tale esperienza costituiscono ancora un piacevole e significativo ricordo nella memoria dell’on. Alfano.

Il Ministro ha voluto ribadire, quale concetto di elementare civiltà giuridica, che l'efficienza del sistema giudiziario non rappresenta un problema slegato dalle guarentigie e dai diritti che l'ordinamento riconosce ai suoi soggetti, bensì il suo ineludibile fondamento: una giustizia farraginosa e inefficiente vanifica infatti ogni riconoscimento di posizioni giuridiche soggettive, dal momento che finisce per corrompere gli strumenti atti a garantirne l'effettività. Tale idea, già presente nell'antico Bill of Rights formulato dal Parlamento inglese nel 1689 e ripreso un secolo dopo da alcuni emendamenti alla Costituzione americana, è ulteriormente valorizzata dalla centralità che la persona occupa nell'architettura costituzionale del 1947-48, oltreché da recenti pronunciamenti della Corte di Giustizia Europea, che hanno condannato il nostro Paese per l'eccessiva lungaggine dei suoi processi.

Diverse le soluzioni prospettate a questo problema: dalla semplificazione del regime probatorio all'utilizzo delle nuove tecnologie informatiche, dall'inserimento di filtri che limitino i ricorsi in Cassazione alla riduzione dei gradi di giudizio. Il Ministro ha tuttavia mostrato i limiti del ricorso alla via risarcitoria per arginare il fenomeno dell'eccessiva durata dei processi: ciò ha infatti comportato un ulteriore aumento dei processi e, in conseguenza, un ulteriore rallentamento, generando un circolo vizioso che certo l'eccessivo numero di avvocati non aiuta a disinnescare.

L'intervento si è concluso con gli auguri agli studenti e ai loro familiari intervenuti per l'occasione.

Prima di lasciare la Residenza, il Ministro ha scritto una bella dedica sul libro delle firme della RUI:

"Ai residenti della RUI, elite della nostra gioventù, guidati da illuminati educatori, con i più sinceri auguri di realizzare, e bene, ciò che è nella loro mente e nei loro cuori! Con l'aiuto di Dio." Angelino Alfano.