Tettamanzi: «Escrivá, luce della Chiesa»

« “La potenza del suo carisma? La sintesi tra la fede e la vita, il Vangelo e la cultura intesa come modo di pensare”. Il nuovo arcivescovo di Milano firma un ritratto inedito del Fondatore dell’Opus Dei che verrà proclamato santo dopodomani». Riportiamo un articolo uscito su Il Giornale il 4 ottobre.

“La vita, l’insegnamento e l’opera del Beato Josemaría Escrivá sono una vera luce nel cammino della Chiesa del nostro tempo, soprattutto per l’esperienza dei laici cristiani». Bastano poche pennellate, al nuovo arcivescovo di Milano, il cardinal Dionigi Tettamanzi, per ritrarre 11 quadro di santità del fondatore dell’Opus Dei, a poche ore dalla sua canonizzazione che verrà celebrata dal Papa dopodomani alla presenza di oltre 220 mila fedeli provenienti da 84 nazioni del mondo. Una folla oceanica che secondo le stime degli organizzatori potrebbe superare il popolo di fedeli che lo scorso giugno invase Roma per padre Pio.

A offrire lo spunto per questo ritratto inedito della spiritualità del grande prete spagnolo è la prefazione che il cardinal Tettamanzi ha scritto nell’ultimo libro del vaticanista del Giornale Andrea Tornielli, “Escrivá Fondatore dell’Opus Dei” (Edizioni Piemme): una nuova biografia interamente basata sugli atti del processo di canonizzazione.

“È stato detto, e gioiosamente - scrive Tettamanzi - che il nostro tempo ha urgente bisogno di una nuova fioritura di santità: un pensiero, questo, che il beato Escrivá ha sottoscritto, e in parte anche anticipato, con il suo insegnamento spirituale e, ancor prima, con la sua vita”.

“Stiamo a vedere quando ti renderai conto che il tuo unico cammino possibile è cercare seriamente la santità”, dice Escrivá in uno dei suoi celebri opuscoli, indirizzati a Laici cristiani. In queste parole ritroviamo - continua il cardinale di Milano - l’eco vivissima dell’insegnamento conciliare intorno all’universale chiamata alla santità. Perché proprio di invito alla santità per tutti qui esattamente si tratta. E a una santità che è l’unica meta seriamente desiderabile per la vita. Quale altro obiettivo possibile, se non questo, per il cristiano? Con l’invito alla serietà. Di seguito, infatti, ribadisce il beato: “Deciditi - non ti offendere - a prendere Dio sul serio”».

«Questo della serietà è un tratto ricorrente nell’insegnamento spirituale del Fondatore dell’Opera - scrive ancora Tettamanzi - e si traduce nella richiesta di impegno deciso nell’ascesi quotidiana verso Dio. Ogni pensiero diventa, di conseguenza, uno stimolo per il cuore della persona che si sente di continuo interpellata a camminare nella via del Vangelo». «Il coronamento di questo duplice alimento della vita interiore - aggiunge l’arcivescovo - è costituito dalla serenità. La serenità trova sicuro fondamento nel fatto che il rapporto con il Signore altro non è che un rapporto personale di amore. Non si potrebbe capire nulla della spiritualità del Beato Escrivá senza sottolineare questa dimensione della vita cristiana che gli è cara in modo del tutto particolare. “Gli innamorati non sanno dirsi addio: si fanno sempre compagnia. - Tu e io, amiamo il Signore così?”.

Ripercorrendo alcuni tratti della vita del fondatore dell’Opera, Tettamanzi ricorda il periodo “difficile” degli anni Trenta e Quaranta: “Come dimenticare gli anni della guerra civile in Spagna - scrive - nei quali dovette affrontare e superare non poche difficoltà? E poi la fuga, resasi necessaria per le condizioni difficilissime venutesi a creare? Ritornato a esercitare il proprio ministero non poche furono le incomprensioni, molte le calunnie. Eppure in questo clima Josemaría si dedicò con passione alle varie forme dell’apostolato, dedicando particolare attenzione ai poveri e ai malati”.

Il cardinale conclude ricordando la peculiarità del nuovo santo, il suo invito a santificarsi svolgendo le occupazioni professionali di ogni giorno: “Josemaría ha vissuto nel suo ambiente, quello nel quale la Provvidenza di Dio lo aveva chiamato. E in questo ambiente, giorno dopo giorno, ha ricercato Dio e ha servito i fratelli con lo slancio della santità evangelica. Ed è proprio questo che ha insegnato con entusiasmo e passione a tutti coloro che ha incontrato sul proprio cammino. Proprio su questo insegnamento ha radicato la nascita e lo sviluppo dell’Opus Dei”. “Si può forse asserire che non si sente nel nostro tempo esattamente questa esigenza, di ritrovare la sintesi tra la fede e la vita, tra il Vangelo e la cultura intesa come modo di pensare, giudicare, esprimere nei comportamenti di ogni giorno la verità di Cristo, la verità che è Cristo? In questo senso la vita, l’insegnamento e l’opera del beato Josemaría Escrivá sono una vera luce nel cammino della Chiesa del nostro tempo”.

Il Giornale // Massimo Mamoli