Presentato a Milano il secondo volume della biografia di san Josemaría

La presentazione del II volume dell’opera “Il Fondatore dell’Opus Dei” di Andrés Vázquez de Prada si è svolta lunedì 17 marzo nel Teatro S. Babila, gremito da circa 700 persone e alla presenza di numerose autorità. Il volume, che reca come sottotitolo “Dio e audacia”, comprende dieci anni della vita di san Josemaría, dal 1936 al 1946 ed è particolarmente ricco e documentato, anche perché si avvale dell’ampio materiale del Processo di Canonizzazione.

Dopo l’introduzione del moderatore dell’incontro, il dott. Cesare Cavalleri, che ha dedicato un ricordo affettuoso e grato al compianto Leonardo Mondadori, editore del volume, ha preso la parola il prof. Giorgio Rumi, docente di Storia contemporanea all’Università di Milano e da poco nominato nel Consiglio di Amministrazione della RAI. Rumi, che ha affrontato la tematica sotto il profilo storico, con particolare riguardo alle vicende della guerra civile spagnola che costrinsero alla clandestinità il Fondatore dell’Opus Dei, ha rilevato come nelle vicende raccontate non si trovi mai una condanna o una esaltazione, da parte di san Josemaría, di una delle parti belligeranti. Egli affrontò sempre la situazione, prima e dopo la contesa, con spirito di perdono e di pacificazione, cercando solo di sconfiggere l’odio e promuovere la carità cristiana. Pertanto il libro, ha proseguito Rumi, narra la storia di un sacerdote che deve compiere una missione divina, e in essa si impegna con completa dedizione: “È la storia della crescita di un germoglio in mezzo all’Apocalisse, una storia narrata in modo drammatico, senza alcuna stonata sdolcinatura”.

Veduta parziale del Teatro San Babila

Don Ennio Apeciti, responsabile dell’Ufficio per le cause dei santi della diocesi ambrosiana, ha definito gli anni narrati come “10 anni terribili e splendidi. Fu dramma e salvezza, gioia e tristezza”. Ha parlato di san Josemaría come “ramingo e profugo nella guerra civile”. e si è poi soffermato sulla “prove” interiori vissute in alcuni momenti da san Josemaría: una vera “notte oscura”, paragonabile a quelle che patì S. Giovanni della Croce, Santa Teresa e anche Madre Teresa di Calcutta.

Il relatore ha pure sottolineato come san Josemaría avesse a cuore l’unione tra le diverse componenti della Chiesa (in piena sintonia con la Novo Millennio Ineunte che ricorda la necessità di “crescere in comunione”) e seppe cercare vocazioni e non solo per l’Opera. Seppe cercare la santità, facendo silenziosamente il bene, non cambiando di posto, soffrendo l’esperienza della calunnia e della menzogna. Ma “proprio nel dolore Dio stava facendo nascere qualcosa di grande”; san Josemaría seppe andare avanti con speranza. “Il mondo ha una sete altissima di bontà e di amore” e san Josemaría seppe vedere nella formazione un’opera di carità.

II volume della biografia

Il dott. Aldo Capucci, curatore dell’edizione italiana dei tre volumi delle biografia, ha messo in rilievo la capacità dell’Autore di leggere adeguatamente fonti e documenti e di immedesimarsi con i sentimenti e la situazione interiore del Fondatore dell’Opus Dei, ricavandone un quadro biografico di grande interesse. Capucci ha anche sottolineato un aspetto che emerge dalla vita di san Josemaría: la sua grande capacità di coinvolgere tante persone giovani nella ricerca della santità, nel dedicarsi a un ideale nobile, che richiede la ricerca e l’accettazione della volontà di Dio su se stessi. Ciò dimostra, ha detto, che i giovani di tutte le epoche, anche dell’attuale, che talvolta sembra indicare un certo degrado della gioventù, sono disponibili a darsi con generosità all’Amore di Dio, quando questo viene presentato loro in modo attraente.

Circa le calunnie e le persecuzioni subite dal Fondatore dell’Opus Dei, che peraltro nel volume sono raccontate con sobrietà e senza emettere giudizi, il relatore ha affermato che si tratta di cose del passato ormai superate e che furono sempre considerate da san Josemaría come un segno della predilezione divina, poiché il Signore regala sempre la sua croce a quanti lo amano. Per lui chi le aveva provocate meritava solo “carità e perdono; e voi – diceva ai fedeli dell’Opus Dei – amerete il martello che ci ha colpiti, perché ha fatto sì che si modellasse la bellissima statua che è l’Opera”.