Un cammino serio, ma non triste

Kristina Simon, Svezia

Sono nata a Stoccolma e ho vissuto sempre in questa città. Ho avuto la fortuna di crescere in una famiglia profondamente cristiana. Mio padre è cattolico, mia madre protestante e ho tre fratelli. Noi quattro figli siamo stati battezzati nella chiesa cattolica quando eravamo piccoli e da bambini siamo stati educati nella fede cristiana, in un clima di grande libertà [...].

Dal momento che Dio ha occupato sempre un posto molto importante nella mia famiglia, fin da piccola Dio è stato presente nella mia vita e nelle conversazioni familiari. Ciononostante, nella vita di ogni giorno, era presente solo come una sicurezza di base, che restava sullo sfondo. Conoscevo Dio e pregavo come mi avevano insegnato i miei genitori, ma mi mancava una relazione più personale e continua con Lui. Per questo, gli insegnamenti di san Josemaría Escrivá, ebbero un ruolo decisivo perchè arrivassi a conoscere di più Dio e sviluppassi una relazione di autentica amicizia con Lui.

Venni a conoscere il messaggio di San Josemaría Escrivá de Balaguer attraverso ciò che sentivo dire da altri e dalla lettura di Cammino, che in quel tempo era l’unico suo libro tradotto in svedese. Da allora, sono andato conoscendolo sempre di più e ho potuto trovare conferma dell’autenticità delle mie prime impressioni sul suo spirito, oltre che approfondirlo ulteriormente.

Umano e divino allo stesso tempo

La prima cosa che mi ha impressionato del fondatore dell’Opus Dei è il suo essere umano e divino allo stesso tempo. Trovavo nei suoi insegnamenti calore e affetto umano straordinari, insieme ad un’autentica e disinteressata preoccupazione per ogni anima. San Josemaría descrisse l’unione dell’umano e del divino con questa idea molto grafica: il cielo e la terra sembrano unirsi laggiù, sulla linea dell’orizzonte, ma dove si uniscono veramente è nei nostri cuori, quando viviamo santamente la vita ordinaria (cfr Colloqui, 116).

Conoscere di più

Questo aspetto umano e divino mi attrasse profondamente e risvegliò in me il desiderio di conoscere di più il suo insegnamento. Man mano che lo approfondivo, mi sono convinta che dovevo prendere più seriamente la vita cristiana: mettere Dio nelle cose di ogni giorno, cominciare a fare orazione con una certa regolarità... e pensavo di farlo con l’aiuto dei suoi consigli, accessibili e semplici, perfettamente applicabili alla mia situazione di studentessa. Vivere con Dio e per Dio non richiede circostanze o gesti straordinari. Dio mi aspettava nello studio, nel rapporto con la mia famiglia e le mie amiche, nei momenti di svago e di soddisfazione personale come in quelli di difficoltà e sofferenza.

Capire a fondo chi è Dio

Una verità molto importante che ho imparato dal fondatore dell’Opus Dei è capire a fondo chi è Dio. In modo vivo e grafico, mi ha presentato un Dio che è Padre e Amico, sempre molto vicino, che mi ama veramente più di quanto tutte le madri e i padri del mondo possono amare i loro figli e che vuole avere una relazione intima e costante con me. Questa immagine di Dio cancellava la visione di Lui come qualcuno che è un ostacolo, che mi proibisce di fare certe cose. Capii che Dio è l’unico che può riempire la mia vita - una vita che viene da Lui e che a Lui deve essere diretta – e realizzare i miei sogni più audaci. Capii che la sua volontà non è altro che la mia felicità e, dal momento che Lui è il mio creatore con una perfetta conoscenza di come “funzionano” meglio le sue opere, le sue creature, non cercare e fare quello che Lui vuole da me significherebbe trascurare i mezzi che Dio mi offre per rendermi veramente felice [...]

Ottimismo davanti alla vita

Un altro aspetto molto caratteristico di san Josemaría che mi ha aiutato molto, è il suo grande ottimismo davanti alla vita in genere e anche davanti alla nostra possibilità di crescere in amicizia e amore a Dio e di migliorare nelle virtù. Ottimismo che non è ingenuità, un tentativo di fuggire con l’immaginazione quando la realtà si presenta troppo dura. San Josemaría è, piuttosto, un uomo molto realista, con un grande amore alla verità e alla sincerità. Il suo ottimismo ha radici nella realtà, realtà che noi uomini siamo davvero figli amatissimi di Dio e che questo Dio, che vuole solamente il nostro bene, permette difficoltà di diverso tipo per la nostra crescita e per la nostra unione con Cristo sulla croce. Così ho imparato a superare molte difficoltà con spirito sportivo e fiducia in Dio: mi ha aiutato per esempio ad essere forte nelle mie convinzioni e nel mio comportamento, come giovane cristiana quando ero circondata da amici, conoscenti e compagne di scuola che non capivano la mia decisione di vivere più seriamente la vita cristiana; anzi cercavano di tirarmi dal lato opposto.

Il suo ottimismo basato sulla realtà soprannaturale di Dio e della Provvidenza, che io già avevo imparato, porta necessariamente ad una pace e allegria che la gente nota e apprezza. Al termine del liceo, dopo aver studiato tre anni insieme, uno dei miei compagni di scuola, con il quale non avevo avuto molto a che fare, mi disse: “Grazie per essere stata sempre allegra durante questi tre anni”.

Dare quello che avevo ricevuto

Cammino mi ha spinto ad aiutare altre persone a conoscere Dio: specialmente il primo punto mi ha fatto scoprire la grande responsabilità come cristiana di dare quello che avevo ricevuto. Questa responsabilità è risultata più evidente quando le persone mi hanno commentato che io sono l’unica cristiana giovane che hanno incontrato nella loro vita.

Cercando di avvicinare altre persone a Dio, ho sperimentato, e continuo a farlo, la grande allegria di ciò che questo significa, con la convinzione che l’incontro con Dio è il meglio che può succedere ad una persona, e che, pertanto, qualcosa che è conseguenza immediata dell’affetto ai propri amici. Anche se può sembrare che qualcuno non voglia saperne nulla di Dio o parlare di Lui, non è così. In un paese come il mio, dove ci sono molte persone che vivono lontano da Dio c’è, nel fondo, una sete molto grande di Dio.

Parlare di Dio con i miei amici senza paura

Questo mi aiuta a parlare di Dio con i miei amici senza paura o troppa prudenza. Mai ho nascosto la mia condizione di cristiana o le conseguenze per la vita che questa condizione comporta. Al contrario ho cercato occasioni per dirlo, sia con le parole che con lo sforzo per vivere coerentemente la mia fede. Molte volte ho dovuto andare controcorrente, cosa che non sempre è stata facile, ma l’audacia di parlare di Dio che ho imparato da san Josemaría dimostra che ne è valsa la pena. Grazie a Dio, ho potuto facilitare il cammino a varie persone che si sono convertite o avvicinate a Dio. Per esempio, nella mia classe del liceo, io ero l’unica cattolica e cristiana praticante. Il primo giorno mi sono presentata ad un compagno che era accanto a me e dalla nostra conversazione scoprì che ero cattolica. Lo stesso giorno quasi tutta la classe lo venne a sapere.

In seguito, abbiamo avuto molte discussioni su questioni religiose e morali. Inizialmente io ero sola a difendere la fede, ma dopo due anni eravamo in due. Un’amica della mia classe si era convertita e battezzata. Si era avvicinata alla fede cattolica attraverso gli insegnamenti di san Josemaría e ciò che l’ha aiutata nel cammino verso la fede è stato proprio l’allegria che ha scoperto nel suo messaggio.

Un grande aiuto alla gente di spirito giovane

Mi sembra che i suoi insegnamenti possano sempre offrire un grande aiuto alla gente giovane – o di spirito giovane – nel cammino verso Dio. Ha la plasticità necessaria per non passare mai di moda - si tratta di cercare Dio nelle circostanze in cui ognuno si trova – e allo stesso tempo ha la stabilità che richiede una dottrina che vuole offrire valori autentici e un cammino serio – ma non triste - verso Dio. Questo è quello che ogni uomo e soprattutto la gente giovane cerca.