Mons. Fazio ai libanesi: il prelato dell’Opus Dei vi è vicino

Il vicario ausiliare della Prelatura è stato in Libano dal 9 al 14 settembre, inviato dal prelato, mons. Fernando Ocáriz, per dimostrare la vicinanza del prelato a una nazione che sta attraversando un periodo di difficoltà.

Don Mariano ha portato l’affetto e il sostegno del Prelato in un periodo di crisi socio-economica senza precedenti che il paese sta attraversando, aggravata dalla esplosione avvenuta nel porto di Beirut nell’agosto del 2020 e dagli effetti della pandemia del covid-19. Come ci racconta Michel Medarde da Beirut, “soltanto per tre ore lo Stato eroga l’elettricità (il resto è prodotta dai generatori privati, se e dove esistono); occorre fare una coda anche di cinque ore per ottenere appena 30 litri di benzina, molte famiglie sono state costrette a emigrare, nelle farmacie mancano le medicine di base, la gente non è più in condizioni di mangiare carne tutti i giorni, e riesce a mangiarla ogni dieci giorni...”.

“State attraversando una serie di situazioni materiali che rendono difficile la vita – ha detto loro mons. Fazio –, ma avete un grande tesoro, la fede, che vi permette di considerare, pieni di speranza, che Dio si serve di tutto questo per renderci migliori. Siate persone che diffondono speranza attorno a voi, che vi vedano preoccuparvi per gli altri”.

Il vicario ausiliare e il vicario regionale nel monastero di San Maroun, dove si conservano le reliquie di S. Charbel.

Durante il suo soggiorno il vicario ausiliare ha incontrato numerose persone che frequentano le attività di formazione a Beirut, a Jounieh e a Maad. Le ha invitate a pregare per Papa Francesco e ha trasmesso loro alcune idee che mons. Ocáriz ricorda spesso: la centralità di Cristo nella vita di un cristiano, l’importanza della libertà, l’amicizia con Gesù, la fraternità e la gioia di vivere insita nella vocazione cristiana.

Lo scorso mese di giugno il prelato, volendo stare con le persone dell’Opera, con i cooperatori e gli amici del Libano, e non potendo viaggiare, ha partecipato a un incontro internazionale attraverso la piattaforma Zoom, alla quale erano collegate circa 120 famiglie libanesi.