Respirava sempre peggio

Il 30 gennaio è nata la mia ultima figlia, Bianca. Domenica 6 febbraio la bambina ha preso freddo e il giorno dopo, lunedì, ho lanciato uno strillo molto forte.

Sono accorsa subito, ma non ho notato niente di strano, anche se non respirava bene e per questo l’ho portata dal pediatra. Le hanno fatto applicazioni di aerosol e di siero fisiologico, ma la bambina continuava a essere inquieta. Non riusciva a espellere il catarro e ho cominciato a sospettare che avesse qualcosa nella gola. Respirava sempre peggio e l’hanno ricoverata in terapia intensiva. Ritornata a casa, ho visto l’immaginetta dei coniugi Alvira e ho pensato “ora li metto a lavorare”, e a loro ho affidato mia figlia.

Intanto in ospedale Bianca veniva sottoposta a una broncoscopia; subito dopo mi hanno detto che il medico mi voleva parlare. Mi ha mostrato un pezzo di plastica nera che la bambina aveva vomitato. Vedendola, l’ho riconosciuta: proveniva dalla plastica che sta all’interno di una cassa di cartone nella stanza da gioco delle mie figlie. Poi il medico mi ha detto che gli sembrava impossibile che una bambina così piccola fosse sopravvissuta otto giorni con quel pezzo estraneo in gola, e non si spiegava come non fosse morta. Mi ha anche domandato il permesso di utilizzare questo caso nelle sue lezioni. Dopo aver mostrato la plastica ad alcuni parenti, l’ho perduta. Siccome ero convinta che fosse opera dell’intercessione di Tomás e Paquita, ho chiesto che, se erano stati loro, me la facessero ritrovare. E così è stato.

M.J.S.M. – Madrid