“58”. È il numero di volte che nell’ultimo anno e mezzo ho ripetuto una serie di esperimenti legati alla ricerca sul cancro.
In realtà non si è mai detto che fare un dottorato sia facile, ma dopo molto tempo passato senza aver ottenuto risultati chiari, la tanto famosa pazienza, madre della scienza, correva il rischio di andare in fumo. In questa situazione, un bel giorno, grazie a un’amica, mi è stata offerta l’occasione di fare una serie di ricerche per cercare di ottenere qualche risultato positivo seguendo una tecnologia nuova. A quel punto mi sono resa conto che avevo bisogno di un intercessore a questo scopo.
Molti anni prima era arrivata nelle mani la biografia di Guadalupe Ortiz de Landázuri, della cui lettura solo ricordo che mi era piaciuta molto la sua storia e che mi aveva sorpreso il fatto che Guadalupe aveva dedicato la vita ormai da grande alla ricerca e alla docenza universitaria.
Così ogni giorno, prima di entrare in laboratorio, mi rivolgevo a Guadalupe recitando la novena e chiedendole aiuto per gli esperimenti di quel giorno. La cosa si protrasse sino alla fine di tutti gli esperimenti.
Ho potuto notare davvero, ogni giorno, in modo indubbio il suo aiuto. Non soltanto perché finalmente sono arrivati risultati consistenti negli esperimenti, ma perché, inoltre, leggere ogni episodio di Guadalupe inserito nel testo della novena, è stato uno stimolo per la mia vita cristiana e mi ha indotto a cercare di affrontare il lavoro di ricercatrice come faceva lei. L’ho già nominata intercessore ufficiale per tutto ciò che riguarda il mio dottorato. Le sono molto grata! Grazie a Dio e grazie a Guadalupe!
H.M., Spagna