Don Álvaro e San Josemaría

​San Josemaría Escrivá ricevette da Dio l’incarico di edificare e dirigere l’Opus Dei, un’istituzione che dovette farsi cammino in tempi difficili, a volte burrascosi, e che dopo la seconda guerra mondiale si estese rapidamente nei cinque continenti. Per realizzare questo compito estremamente impegnativo poté contare su collaboratori leali. Fra questi si distinse specialmente Álvaro del Portillo.

Saxum, “la roccia”

Appena tre anni dopo il primo incontro, il fondatore poteva già presagire l’importanza di don Álvaro del Portillo. Egli diceva di aver scelto gli altri collaboratori, ma che Alvaro gli era stato messo a fianco da Dio stesso. In questo periodo a volte iniziò a chiamarlo Saxum, “roccia”. Più tardi avrebbe detto di lui: “Álvaro ha sofferto per l’Opera più di tutti e ha compreso il mio spirito meglio di chiunque altro”.

Eppure Escrivá e del Portillo avevano caratteri completamente diversi. L’uno aveva un temperamento forte, era spontaneo, appassionato. L’altro invece appariva tranquillo, riservato e riflessivo, quasi un po’ timido. Malgrado questa differenza, o forse proprio per questa, la loro stretta collaborazione durò quarant’anni, ricchi di avvenimenti, fino alla morte del fondatore nel 1975.

Un uomo per tutte le stagioni

Álvaro del Portillo fu accanto a Escrivá in situazioni tra loro molto diverse. Lo sostituì nella direzione dell’Opera durante le sue assenze; si occupò della direzione spirituale personale di molti membri; si incaricò delle missioni più delicate; diresse la costruzione e il finanziamento della sede centrale “Villa Tevere” senza mezzi propri; aiutò in modo decisivo nell’elaborazione degli statuti dell’Opus Dei, che furono successivamente approvati dalla Santa Sede; protesse san Josemaría da non pochi attacchi; fu rettore-fondatore del Collegio romano della Santa Croce, un centro di formazione internazionale per membri dell’Opus Dei; accompagnò san Josemaría nei suoi viaggi in Europa e in America; si occupò di lui anche negli aspetti medici, come nel trattamento del suo grave diabete. A tutto questo si aggiungevano soprattutto una serie di incarichi provenienti dalla Santa Sede. Tante volte, così disse Escrivá, del Portillo avrebbe avuto buoni motivi per ribellarsi e dire: “Basta, fino a qui e non oltre”. Ma non rifiutò mai alcuna incombenza e continuava a prendersi nuove responsabilità sulle spalle. Escrivà poteva affidarsi a don Alvaro in tutte le situazioni. “Quest’uomo mi riposa”, gli scappò detto una volta che don Alvaro era assente.

Álvaro del Portillo ha fatto sua la causa del fondatore, sicuro che fosse la causa di Dio. Una piccola dimostrazione, ma significativa, è che si impegnava a praticare la consuetudine della “correzione fraterna”, che si vive nell’Opus Dei, con il fondatore stesso. Escrivá confessava che sebbene a volte facesse fatica ad accettare queste indicazioni (“non me ne lascia passare una!”), era riconoscente per la sua sincera fortezza.

In Guatemala, nel febbraio 1975, Con san Josemaría ,pochi mesi prima della sua morte.

L’”ombra del fondatore”

Malgrado la sua intelligenza e i suoi tre titoli di dottore, Álvaro del Portillo si metteva totalmente in secondo piano. Per lui è stato sempre indubbio che il carisma fondazionale dell’Opus Dei procedesse da san Josemaría. Non voleva essere un secondo fondatore, bensì, così diceva, l’“ombra” del fondatore, “la bacchetta nella mano del dirigente”.

Anche al momento della sua morte, Álvaro si trovava al suo fianco. Colpito da un attacco al cuore, il fondatore cadde per terra nella sua stanza di lavoro e perse conoscenza. Mentre parecchie persone si sforzavano di rianimarlo, Álvaro gli diede diverse volte l’assoluzione sacramentale. “Non potevamo credere che fosse arrivato il momento di questo grandissimo dolore.”

Continuità dopo la morte di Escrivá

La sua unione interiore al fondatore non diminuì dopo la sua morte. Come successore a capo dell’Opera, riteneva un compito fondamentale quello di introdurre “la tappa della continuità”. “Non avete votato Álvaro del Portillo” disse agli elettori, “bensì avete scelto il nostro fondatore”.

In questa attitudine si sentì incoraggiato dal Papa Paolo VI, che in un’udienza privata gli consigliò: “Ogni volta che deve risolvere una questione si metta alla presenza di Dio e si chieda: cosa avrebbe fatto il fondatore in questa situazione? E agisca di conseguenza”. Grazie alla previdenza di Escrivá, ma anche alla fedeltà e alla saggezza di Álvaro del Portillo, l’Opus Dei continuò la sua strada senza soffrire alcuna crisi.

Con san Josemaría davanti al Centro internazionale di formazione – in costruzione – dell’Opus Dei a Roma.

Due grandi progetti

Durante la sua vita, Escrivá non poté realizzare due grandi progetti: il passaggio sempre più urgente dell’Opus Dei a una forma giuridica adeguata e l’erezione di una Scuola superiore di Teologia al servizio delle diocesi. Álvaro del Portillo considerava un dovere urgente quello di portare a compimento questi due complessi piani. E il suo forte impegno fu ricompensato. Dopo aver superato numerosi ostacoli, nel 1982 l’Opus Dei fu eretto come prelatura personale e rappresentò finalmente nel diritto ciò che era sempre stato nella realtà: una cooperazione organica di cristiani secolari – laici e sacerdoti al loro servizio – per la realizzazione e la diffusione della santità nella vita quotidiana. Poco dopo aver raggiunto questa meta, passò alla fondazione della Scuola superiore, che oggi è l’Università pontificia della Santa Croce, con sede in piazza di Sant’Apollinare a Roma.

L’ultimo desiderio compiuto: la beatificazione di Josemaría Escrivá

Infine, un altro grande desiderio fu il processo di beatificazione di Escrivá. Compiendo tutte le prescrizioni, si sforzò affinché la postulazione – “l’ufficio d’avvocatura” del candidato per così dire – completasse il suo lavoro rapidamente e con precisione. Nel 1992 ebbe ancora modo di assistere alla beatificazione in piazza San Pietro, con centinaia di migliaia di persone di tutto il mondo.

Ventidue anni più tardi, il 27 di settembre 2014, Álvaro del Portillo sarà a sua volta beatificato. In questo modo la Chiesa afferma solennemente che don Álvaro ha realizzato in modo esemplare nella propria vita l’ideale di santità proclamato dall’Opus Dei.

Beat Müller

Fonti:

Medina Bayo, Javier: Álvaro del Portillo. Il primo successore di San Josemaría alla guida dell'Opus Dei. Milano 2014.

Bernal, Salvador: Álvaro del Portillo. Prelato dell’Opus Dei. Milano 2012.