Un pellegrinaggio a Santa Maria della Pace

Anche nella chiesa Prelatizia di Santa Maria della Pace c'è la Porta Santa. Perché non prendere in considerazione l'idea di includere una visita al luogo dove è sepolto San Josemaría nel pellegrinaggio a Roma per il Giubileo della misericordia? Presentiamo l'esperienza di una parrocchia del Veronese.

Anche nella chiesa Prelatizia di Santa Maria della Pace c'è la Porta Santa. Perché non prendere in considerazione l'idea di includere una visita al luogo dove è sepolto San Josemaría nel pellegrinaggio a Roma per il Giubileo della misericordia?

Sentiamo l'esperienza di una parrocchia del Veronese che ha fatto un pellegrinaggio a Roma in occasione dell'Anno della fede.

I pellegrini accolti all'ingresso della Chiesa Prelatizia

Racconta il parroco, Don Marco: "Ho sempre pensato che se avessi guidato un pellegrinaggio a Roma, avrei portato i pellegrini alla tomba di San Josemaría Escrivá. Da giovane seminarista ero stato fortemente colpito da questi luoghi di serenità e di fede e dalle parole di un sacerdote dell’Opera che ci spiegava il messaggio del fondatore. Visto che la maggior parte dei partecipanti al viaggio parrocchiale erano giovani e famiglie, verso i quali il fondatore aveva una particolare predilezione, ho pensato che fosse una opportunità da non perdere la visita e la Santa Messa a Santa Maria della Pace".

Per l'organizzazione si è fatto aiutare da Clara, una persona dell'Opera che aveva conosciuto nella parrocchia precedente: "Circa un mese prima della partenza era stato organizzato un incontro preparatorio in parrocchia sul valore del pellegrinaggio, le indulgenze, gli itinerari, oltre ad un libretto-guida contenente anche una biografia di San Josemaría con la sua foto. Inoltre io avevo procurato pacchi di Notiziari, che il parroco ben volentieri mise a disposizione di tutti i parrocchiani".

Il pellegrinaggio comprendeva la visita alle Basiliche romane, una S. Messa alle Grotte Vaticane, l’udienza papale del mercoledì, la sosta a S. Maria della Pace, la visita ai Musei vaticani, qualche escursione in città e la visita ad un’emittente televisiva. Dei 50 partecipanti, circa la metà era formata da bambini e giovani con le rispettive famiglie. Durante il tragitto in pullman il parroco fece proiettare il DVD “La grandezza della vita quotidiana”.

All'udienza del mercoledì in Piazza San Pietro

Arrivati in Via Bruno Buozzi i pellegrini hanno trovato un'accoglienza affettuosa e paterna da parte di un sacerdote dell'Opera che aveva vissuto vari anni a Verona e si è creato subito un clima di famiglia in tutta semplicità. I pellegrini hanno seguito con molto interesse le spiegazioni. Racconta Clara: «Una signora mi disse di essere rimasta molto colpita – come pure suo marito - da una frase del sacerdote: “Perché il Signore ha voluto l’Opus Dei? Per portare le persone in cielo”. E aggiunse: Che meraviglia. Ma c’è qualcosa di più bello nella vita? Cercare Dio nelle situazioni quotidiane e poter andare in cielo”!».

Saputo poi che c'era la possibilità di confessarsi, hanno voluto accostarsi al Sacramento una ventina di persone, tanto che si è dovuto chiamare un altro sacerdote.

Dopo la Messa ai pellegrini sono state mostrati gli oggetti relativi alla vita di San Josemaría esposti nella galleria delle reliquie, "Tutti ci siamo emozionati soprattutto davanti alla veste di Giovanni Paolo II" annota Clara. E aggiunge: "Non posso scordare la sorpresa di una giovane professionista, sorella di un sacerdote, quando scendemmo a visitare la tomba di zia Carmen; era stupita che il Fondatore avesse desiderato far seppellire lì la sorella e me ne chiese il motivo... Ebbi così l’opportunità di spiegarle quanto la mamma e la sorella del Fondatore avessero aiutato l’Opera che, da sempre, ha avuto il carattere di una famiglia".

All'interno della Chiesa di Santa Maria della Pace

Sentiamo ancora il commento di don Marco: "Non credevo che tale visita incidesse cosi tanto nella sensibilità e nel cuore delle persone. Non subito, probabilmente dovevano metabolizzare i discorsi e ciò che avevano visto, ma, a distanza di qualche giorno, i miei parrocchiani mi hanno espresso gratitudine per la visita e per le parole di don Giovanni, che ha raccontato la sua vita e il messaggio dell’Opera. L’idea di fondo di San Josemaría Escrivá non lascia indifferenti; la santità nella vita di ogni giorno tocca le persone. Non è una idea astratta ma concreta, è il Vangelo incarnato nella quotidianità. Purtroppo sentiamo tanti discorsi vaghi, discorsi ovvi, la gente invece, a mio avviso, ha bisogno di chiarezza e di sentirsi dire come l’insegnamento di Gesù è per la nostra vita, migliora la nostra vita, rende più importante la nostra vita e infine rende santa la nostra esistenza. I luoghi poi sono ricchi di storia e di cose belle e questo fa sempre piacere. Ho già preso contatti per ripetere l'esperienza in questo Anno Santo della Misericordia con i miei nuovi parrocchiani".