Testi sulla vocazione di san Josemaría dalla biografia di Andrés Vázquez de Prada

«Non sapevo che cosa Dio volesse da me, ma si trattava evidentemente di una chiamata. A che cosa sarebbe stato chiaro in seguito...». Il 28 marzo 1925, cento anni fa, Josemaría Escrivá fu ordinato sacerdote. In occasione del centenario della sua ordinazione, condividiamo alcuni racconti sulla sua vocazione e sul suo cammino verso il sacerdozio tratti dal libro “Il Fondatore dell’Opus Dei", di Andrés Vázquez de Prada.

Passeggiate estive e aspirazioni professionali

Durante le calde giornate dell’estate 1917 Josemaría era solito fare delle lunghe passeggiate con il padre. In quelle occasioni conversavano spesso sulle aspirazioni professionali di Josemaría, che nel successivo anno scolastico avrebbe terminato il liceo.

«Il ragazzo non aveva dubbi: aveva già deciso. Pensava di diventare architetto, poiché era dotato di eccellenti attitudini per la matematica e il disegno. Il babbo cercò discretamente di indirizzarlo alla giurisprudenza, perché notava in lui facilità di parola, passione per la storia e la letteratura e la capacità di stare con gli altri».

Josemaría non si lasciò convincere.

Man mano che passava il tempo, aumentava l'apprensione del signor José. Ma il futuro era nelle mani del Signore. E Dio ebbe infatti l'ultima parola, confermando ancora una volta che le sue vie sono imperscrutabili.

Orme nel biancore della neve

Quello stesso anno l’inverno fu molto freddo e nevoso. «Da venerdì 28 nevicò senza interruzione; per due giorni caddero fiocchi piccoli e compatti. L‟Anno Nuovo irruppe con temperature glaciali. [...]

A partire dal 3 gennaio gli spazzini municipali [...] furono impegnati per diversi giorni a togliere la neve da strade e marciapiedi. Mercoledì 9 gennaio, compleanno di Josemaría, avevano terminato il loro lavoro, grazie anche alla pioggia del giorno precedente. Ma tornò il freddo e la tempesta di neve si prolungò per un'altra settimana».

«Nel frattempo, il Signore aveva preceduto il compleanno di Josemaría con una sorpresa che cambiò il corso della sua vita. Durante quei giorni di vacanze natalizie, una mattina presto, vide per strada le orme lasciate nella neve da due piedi scalzi. Si fermò a guardare con curiosità l'impronta lasciata dai piedi nudi di un frate e, commosso nel più profondo dell'anima, si domandò: “Se altri fanno tanti sacrifici per Dio e per il prossimo, io non sarò capace di offrirgli nulla?”».

Negli anni a venire Josemaría rifletté molto sull’origine della propria vocazione, e a tal proposito riferì all’amico Álvaro del Portillo: «“Quale è stata l'origine della mia vocazione sacerdotale? Una cosa apparentemente futile: l’orma dei piedi scalzi di un Carmelitano sopra la neve”; e mi spiegò che, pensando al sacrificio di quel religioso per amore di Dio, chiese a se stesso che cosa stesse facendo per il Signore. Pensò allora che forse Dio lo chiamava in quel momento, lì sulla strada». (Jesús Álvarez Gazapo, Sum. 4279).

Fin dalla mattina in cui aveva visto le orme sulla neve, il Signore gli aveva fatto nascere nell’anima una "divina inquietudine": nelle orme lasciate nel biancore della neve vi aveva visto le orme di Cristo e l'invito a seguirlo.

Le orme nella neve erano del frate Carmelitano José Miguel, il quale colpito dalle buone disposizioni del giovane Josemaría, gli suggerì di entrare nell'Ordine dei Carmelitani. Ma la vita conventuale non attraeva Josemaría e l'idea di farsi religioso non calmava la sua segreta inquietudine.

Prese, quindi, una rapida decisione: diventare sacerdote.

“Non mi opporrò”

«Confermatosi nella decisione di abbracciare il sacerdozio, lo comunicò a suo padre. Egli stesso ce ne racconta la reazione:

“E mio padre mi rispose”:

- Figlio mio, ti rendi conto che non avrai un amore sulla terra, un amore umano?

“Mio padre si sbagliava. Se ne rese conto dopo”.

- Non avrai una casa

- “si sbagliava!”

- Io però non mi opporrò.

“E gli spuntarono le lacrime; è l'unica volta che ho visto piangere mio padre”».

Ordinazione sacerdotale

José Escrivá tuttavia non sarebbe vissuto fino ad assistere all'ordinazione sacerdotale del figlio.

Josemaría entrò nel seminario di S. Carlo il 28 settembre 1920, dove restò fino al giorno dell'ordinazione sacerdotale.

Due settimane prima della morte del padre, Josemaría fece istanza per ricevere il diaconato, «sentendosi chiamato allo stato sacerdotale».

La cerimonia dell'ordinazione sacerdotale fu celebrata il sabato delle Tempora, il 28 marzo 1925, nella chiesa di S. Carlo; gli conferì il presbiterato il Vescovo Miguel de los Santos Díaz Gómara.

«L'ordinando seguì con grande concentrazione le varie cerimonie liturgiche: l'unzione delle mani, la traditio instrumentorum, le parole della consacrazione... Emozionato e confuso davanti alla bontà del Signore, considerò un’inezia le difficoltà patite fin dal giorno della sua chiamata, e si sentì inondato di gratitudine come un innamorato felice».

La prima Messa

«Fece i preparativi per la sua prima Messa. Non la si poteva chiamare solenne; sarebbe stata una Messa recitata, il lunedì della Settimana di Passione, con i paramenti viola e offerta in suffragio di suo padre. Il novello sacerdote inviò l'immagine ricordo a poche persone, a causa del lutto. Avrebbero celebrato l'evento nell'intimità».

Josemaría celebrò la sua prima Messa nella Santa e Angelica Cappella del Pilar di Saragozza, il 30 marzo 1925, alle dieci e mezza del mattino, in suffragio dell'anima di suo padre D. José Escrivá Corzán.

«La Messa fu più dolorosa di quanto il celebrante potesse prevedere, anche se poi nascose la memoria e le circostanze dell'evento in una frase essenziale: Nella Santa Cappella, davanti a pochissime persone, ho celebrato senza chiasso la mia prima Messa”».

Quel giorno Josemaría, «identificato personalmente e definitivamente con Cristo in virtù del sacramento dell'Ordine, fece del Sacrificio Eucaristico il centro della propria vita interiore».

Cinquant'anni dopo, il 19 marzo 1975, ricordando la sua vocazione sacerdotale Josemaría dirà: «Ho incominciato a presagire l'Amore, a rendermi conto che il cuore mi chiedeva qualcosa di grande e che fosse amore (...). Non sapevo che cosa Dio volesse da me, ma si trattava evidentemente di una chiamata. A che cosa sarebbe stato chiaro in seguito... Nel frattempo mi rendevo conto della mia inutilità e ripetevo quella litania che non è frutto di falsa umiltà, ma di conoscenza di me stesso: non valgo nulla, non ho nulla, non posso nulla, non sono nulla, non so nulla...».


Per vedere un breve video in cui san Josemaría racconta del momento in cui parlò a suo padre del suo farsi sacerdote, e di come il papà abbia supportato questo suo cammino, clicca qui.

Fonte: Andrés Vázquez de Prada, Il Fondatore dell’Opus Dei. Vita di Josemaría Escrivá, (vol. I), Madrid, 2023.

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Il fondatore dell'Opus Dei (II): "Dio è audacia"

Il fondatore dell'Opus Dei (III): "I cammini divini della terra"