Rafael Alvira ricorda le sue prime impressioni su San Josemaría: la sua vitalità, la sua simpatia e la sua semplicità. Era anche una persona molto semplice che viveva -si notava subito- l'unità di vita, quello che sempre citava come la caratteristica forse principale dello spirito dell'Opus Dei.
La prima volta che sono stato con lui fu quando avevo 5 anni e poi lo vidi quando ero studente universitario e fu lì che lo vidi spesso ebbi occasione di stare con lui in molte tertulie, come gli piaceva chiamarle, di piccoli gruppi di persone, e anche quando non ero più studente l'ho visto diverse volte anche se meno frequentemente.
La prima cosa che mi ha colpito della sua personalità era la sua vitalità. Questo saltava agli occhi appena lo si incontrava. E poi la sua simpatia. Era un uomo molto simpatico, aveva molto buon umore. Persona molto semplice e viveva - si notava subito - quello che lui citò sempre come la caratteristica forse principale dello spirito dell'Opus Dei che aveva fondato, che è l'unità di vita, perché in lui c'era questa profonda soprannaturalità, era una persona che si notava che era sempre con Dio aveva una grande naturalezza, grande sincerità, per esempio ricordo di aver detto: "Non so se questo posso raccontarlo o no..." e immediatamente disse: "Se non puoi raccontarlo non raccontarlo".
Era molto diretto ma al tempo stesso elegante, semplice. Penso che lui non aveva una mentalità filosofica e tuttavia era estremamente intelligente.
Però dico che a parte questo aspetto più soprannaturale, era umanamente molto intelligente e anche se non credo che avesse uno stile filosofico, anch'io poi molte volte, studiando filosofia, approfondendo temi filosofici, alla fine sono arrivato a conclusioni che lui diceva direttamente, senza argomentazioni filosofiche, si vede che non aveva bisogno di passi intermedi e arrivava con grande rapidità.
Rafael Alvira Dominguez, docente di Filosofia e direttore dell'Istituto di Impresa e Umanesimo dell'Università di Navarra.