La storia della "Comunione spirituale"

Il 23 aprile del 1912 san Josemarìa ricevette per la prima volta la Comunione. L'autore di questo articolo racconta la storia della preghiera “Comunione spirituale”, che il fondatore dell'Opus Dei aveva appreso dalle labbra di un religioso.

Sapevo che il fondatore dell’Opus Dei aveva appreso questa preghiera a Saragozza dal Padre Manuel Laborda, nativo di Borja, che era stato professore anche a Barbastro. Ma qual è la genesi di questo gioiello della pietà eucaristica? Lo recitavano nel Seminario o fu composta dallo stesso religioso? Comunque, la trovai per caso e questa scoperta fu davvero provvidenziale.

Il fondatore dell’Opus Dei apprese la “comunione spirituale” dalle labbra di Padre Manuel Laborda

Manuel Laborda: "Vorrei, Signore, riceverti con la purezza, l’umiltà e la devozione con cui Ti ricevette la tua Santissima Madre, con lo spirito e il fervore dei Santi."

La pagina 308 di un vecchio catechismo

Stavo svolgendo la ricerca per un articolo sulla Madonna, da pubblicare su “Scripta de Maria”, la rivista dell’Istituto Mariologico di Torreciudad, quando mi ricordai del catechismo che avevo studiato nella parrocchia del mio paese, per prepararmi alla Prima Comunione: il famoso Catechismo di Padre Ramo, come veniva chiamato. Pensai che forse era quello studiato anche da san Josemaría quand’era piccolo, nel collegio di Barbastro.

Mi venne in mente il catechismo che avevo studiato nella parrocchia del mio paese per la prima Comunione; forse da piccolo anche san Josemaría avrebbe potuto studiare lo stesso catechismo.

Lo richiesi alla Biblioteca dell’Università di Navarra, dove era disponibile in un solo esemplare, che mi inviarono digitalizzato qualche tempo dopo. Ma per il suo pessimo stato di conservazione si leggeva a malapena.

Nel frattempo ero andato a chiedere notizie dai padri Scolopi di Alcañiz, dove padre Laborda era stato rettore, ma questi mi suggerirono di rivolgermi agli Scolopi di Saragozza: qui potei disporre di una copia del cosiddetto Catechismo Maggiore: Spiegazione della Dottrina Cristiana, secondo il metodo insegnato dai Padri delle Scuole Pie, sottoforma di dialogo tra maestro e discepolo, a opera del Padre Gaetano di San Giovanni Battista, sacerdote delle sopraddette Scuole Pie, pubblicato a Pamplona nel 1800, lungo 357 pagine.

Mi misi a leggere il Catechismo con molta attenzione e la mia sorpresa fu grande nel trovare a pagina 308 il testo dove l’autore invita il lettore ad accendersi di desiderio per ricevere Cristo, spiegando poi come farlo: desidero Signore, e Dio mio, riceverVi con quella purezza, umiltà e amore con cui Vi ricevette la Vostra Santissima Madre, con il fervore e lo spirito dei Santi.

E forse questa formulazione, a forza d’insegnarla e ripeterla, si trasformò, con qualche piccola variante, in preghiera; o forse fu lo stesso padre Laborda che l’adattò. Ad ogni modo essendo già presente nelle pratiche di pietà degli Scolopi, fece sì che quel buon religioso la potesse trasmettere a san Josemaría. Se la composizione di questa preghiera è da attribuirsi a padre Gaetano di san Giovanni Battista o lo stesso la prese da qualche autore precedente, bisogna ancora scoprirlo.

Dato che la fotocopia su cui lavoravo non era per niente chiara – grosse macchie scure sparse qua e là rendevano difficoltosa la scansione del testo –, pensai che era meglio copiarlo, e così feci. Due anni di lungo e faticoso lavoro mi hanno permesso di ricostruire il libriccino del vecchio catechismo, conservandone quasi la sua originaria forma.

Il Catechismo: fonte di idee chiare e sicure

pag. 239

D = discepolo
M = maestro
Dottrina cristiana
D. Si fa per prima un atto di contrizione.
M. E dopo?
D. Si esprime il desiderio di ricevere Gesù e unirsi a Lui.
M. Spiega che cosa si fa per esprimere questo desiderio.
D. Desidero, Signore e Dio mio, riceverVi con la purezza, l’umiltà e l’amore con cui Vi ricevette la Vostra Santissima Madre, con il fervore e lo spirito dei Santi.
M. È buono e utile comunicarsi sacramentalmente spesso?
D. Si, Padre, è molto utile.
M. Quale frequenza consiglieresti?
D. Almeno una volta al mese.
M. A chi tocca valutare questa frequenza?
D. Al Confessore e Padre spirituale.

Dopo di ciò, scrissi al prelato dell’Opus Dei, per comunicargli questa scoperta e, pensando di fargli cosa gradita, gli inviai il testo completo del libro. Ricordo che il fondatore, nei momenti di grande confusione nella vita della Chiesa, ci raccomandava di ricorrere alle fonti sicure, al vecchio catechismo pieno di dottrina e di pietà: “la Chiesa e i sacerdoti da venti secoli, predicano la stessa cosa (…). Perchè – mi fa piacere dirlo – la religione non l’hanno fatta gli uomini per alzata di mano o per votazione…! Riprendete i vecchi catechismi! Figlie e figli miei: sono tesori meravigliosi! Non gettateli… leggeteli! E fatelo con attenzione per conservare la vostra fede e quella dei vostri figli”.

Anche attualmente disponiamo di uno strumento molto appropriato per approfondire e far conoscere la fede: il Catechismo della Chiesa Cattolica e il suo Compendio, come espressione della perenne fede della Chiesa.

Senza chiederlo e senza sapere come, la Provvidenza ha fatto in modo che io potessi fare questa fortunata scoperta, e sicuramente con una spintarella di san Josemaría!

Don Jesús Sancho Bielsa