La santità nella vita ordinaria, una rivoluzione antropologica

Cettina ci racconta del suo percorso di laurea in Lettere. Lo ha concluso con una tesi di Antropologia Culturale su san Josemaría quando era già nonna.

“Quando mi sono laureata avevo 61 anni ed ero già nonna!”. Concetta, oggi ha 74 anni e ci ha raccontato di come nel 2007, con l'aiuto di san Josemaría sia riuscita a raggiungere il sogno di completare un ciclo di studi.
“Da ragazza avevo lasciato l'università dopo qualche tempo che studiavo Economia, poi ho sempre aiutato mio marito nella sua impresa di famiglia”. Quando, però, i figli hanno iniziato a diventare più indipendenti ha scelto di intraprendere questo percorso nuovo per lei.

“Sentivo il bisogno di approfondire perché, alla fine, qualunque lavoro si faccia nella vita è importante avere un atteggiamento di studio e sforzarsi di capire come poterlo fare meglio”. Così Cettina, come si fa chiamare, ha scelto di iscriversi a Lettere Moderne all'Università degli Studi di Palermo, la città dove vive.

“È stato difficile inizialmente: mi sono dovuta fare molta forza perché mi sentivo fuori posto ed era difficile ricominciare a studiare dopo così tanto tempo! Ma poi ho fatto amicizia con gli altri studenti (con alcune ragazze sono ancora in contatto!) e le cose si sono fatte più semplici”.

“Non pensavo che mi sarebbe mai venuto in mente di scrivere una tesi su san Josemaría, ma dopo aver letto molti dei suoi testi, opere su di lui e sui primi anni dell’Opera, ho pensato che il tema della santità nella vita ordinaria sarebbe potuto essere un argomento perfetto per la mia tesi di Antropologia Culturale: trovavo che il suo messaggio avesse una portata rivoluzionaria non solo dal punto di vista della fede, ma anche dal punto di vista antropologico!”.

Cettina ha conosciuto la figura di san Josemaría attraverso il figlio che, quando era all’università frequentava un centro universitario dell'Opus Dei a Palermo. Il figlio le ha poi presentato don Francesco, un sacerdote anche lui dell’Opus Dei. “All’inizio ero un po’ scettica e avevo qualche pregiudizio, ma poi attraverso gli scritti di san Josemaría mi sono avvicinata sempre di più, fino a chiedere l'ammissione all'Opus Dei come soprannumeraria”.

“Quando mi sono resa conto che avrei voluto scrivere una tesi su san Josemaría non sapevo come avrei potuto farla accettare dal relatore. In molti mi avevano detto che il professore del corso di Antropologia non era il tipo per questi argomenti, ma mi sono fatta forza e sono andata a chiedergli di accettare il mio progetto”

“Anche qui sento di essere stata molto aiutata da san Josemaría, perché, dopo che gli ho esposto il mio progetto, il professore ha subito esclamato “Accetto! Trovo che il suo lavoro sia molto serio””.

Così Cettina, dopo un periodo di ricerca fatto tra Palermo e Roma, dove si recava per raccogliere fonti nella biblioteca della Pontificia Università della Santa Croce, ha potuto finalmente laurearsi. “Mi sono laureata in Lettere come mia figlia, ma sei giorni prima di lei! È stata una sfida grande per me, ma alla fine posso dire di essere felicissima di aver preso la laurea”.