Lamezia Terme dedica una piazza a san Josemaría Escrivá

Venerdì 8 ottobre 2004 una delle piazze principali di Lamezia Terme, cittadina agricola in provincia di Catanzaro, accanto al palazzo municipale e alla storica chiesa dell’Immacolata, ha preso il nome da S. Josemaría Escrivá

Una delle piazze principali di Lamezia Terme, cittadina agricola in provincia di Catanzaro, accanto al palazzo municipale e alla storica chiesa dell’Immacolata, ha preso il nome da S. Josemaría Escrivá. L’intitolazione, promossa da un comitato di cittadini lametini tra cui alcuni cooperatori dell’Opus Dei, ha avuto luogo nel pomeriggio alla presenza del Vescovo della Diocesi di Lamezia Terme, S.E. Luigi Cantàfora, del Commissario prefettizio Giorgio Bartoli, di alcuni consiglieri e assessori regionali e provinciali e di un nutrito gruppo di cittadini. É poi seguito un incontro in una sala cittadina sul tema della santificazione del lavoro.

San Josemaría è così simbolicamente ritornato – ma stavolta per fermarsi – a Lamezia, dove già transitò due volte nel giugno del 1948, andando e tornando da un viaggio apostolico in Calabria e Sicilia.

Prima dello scoprimento della targa e della benedizione della piazza, il Vescovo ha brevemente tratteggiato la figura di San Josemaría e il suo insegnamento sulla santificazione della vita ordinaria. “Coloro che passeranno da questa piazza – ha detto - ora potranno ricordare che tutti possono divenire santi semplicemente santificando le cose della vita ordinaria, anche quelle che possono sembrare poco importanti”. Va sottolineato che la nuova piazza ospita il mercato cittadino tre volte la settimana, sempre molto affollato.

Il Commissario prefettizio si è complimentato con il Comitato promotore per la splendida iniziativa, rievocando l’entusiasmo con cui l’Amministrazione Comunale ha accolto e portato a compimento il progetto.

La giornata ha visto poi la celebrazione di un convegno su ‘La santificazione del lavoro professionale nell’insegnamento di sanJosemaría Escrivá’ sempre alla presenza del Vescovo. La relazione principale è stata svolta dal prof. Enrique Colom, ordinario di Teologia morale della Pontificia Università della S. Croce di Roma. L’incontro, moderato dal prof. Vincenzo De Sensi, si è svolto dinanzi ad un pubblico di un centinaio di persone.

Il Vescovo ha preso per primo la parola sottolineando come San Josemaría – con il suo messaggio sulla santificazione del lavoro – abbia anticipato il Concilio Vaticano II sul ruolo dei laici nella Chiesa fissando ‘la misura alta della santità’ (Giovanni Paolo II, Novo millennio ineunte). Si è augurato che “il messaggio di San Josemaría sia diffuso con costanza e con coraggio in Calabria”, perché i calabresi sono un popolo che lavora duramente. “La Calabria – ha affermato - ha bisogno dell’Opus Dei”.

Il Prof. De Sensi ha rievocato la figura di un santo sacerdote locale – don Saverio Ratti – che, negli anni sessanta del Novecento, predicava e scriveva sulla santità dei laici nel lavoro e nelle occupazioni ordinarie con accenti simili a quelli di San Josemaría che pur non conosceva, a dimostrare, ha detto De Sensi, la “cattolicità del messaggio sulla santificazione del lavoro”.

Il prof. Colom ha compiuto un breve excursus storico per mostrare l’evoluzione altalenante della concezione cristiana del lavoro. Parlando poi dell’oggi, ha affermato che, pur in una società opulenta suscitata dal lavoro, esso ancora non genera la felicità delle persone perché è un lavoro che manca spesso di senso, di un fine che arricchisca lo spirito. Solo dando al lavoro un fine che trascende l’effimero e il transitorio esso genera senso e felicità nell’uomo.