Gaëlle, Francia

"Andrò alla Messa del 26 giugno per celebrare la festa di San Josemaría. Quel giorno è anche il mio compleanno. Così sono felice di poterlo festeggiare con lui".

Gaëlle è francese e studia Economia Aziendale presso l’ESSEC (Parigi). Durante questo corso sta facendo uno "stage" a Roma. Si è convertita due anni fa e l'anno prossimo si sposa: "Andrò alla Messa del 26 giugno per celebrare la festa di San Josemaría. Quel giorno è anche il mio compleanno. Così sono felice di poterlo festeggiare con lui".

Gaëlle si è convertita dua anni fa e conosce San Josemaría da alcuni mesi

Che senso ha la vita per te?

Credo che la vita sia il dono più grande che possiamo ricevere. Però per essere realmente felici la condizione è vivere la nostra vita d'accordo con il piano di Dio.

Secondo te perché vale la pena vivere?

A me pare che valga la pena di vivere per due ragioni principali. La prima, per prepararci per il cielo con la nostra vita quaggiù sulla terra. E poi, perché dalla nostra vita pienamente cristiana sulla terra, e anche dalla nostra libertà, dipende la salvezza del mondo. Per questo è necessario vivere la santità nella nostra vita quotidiana.

Che cosa ti aiuta quando sei un po' giù o incontri una difficoltà, un dolore inatteso?

Conosco San Josemaría da poco tempo. Due mesi fa ho comprato il libro "Cammino" e mi piace molto. A volte apro una pagina e trovo le risposte di cui ho bisogno, come se fossero proprio per me. In questo modo, trovo il senso delle cose che mi accadono.

Che cosa significa per te essere cristiani?

Essere cristiani significa seguire Gesù, seguire il suo esempio nella vita quotidiana e fare quello che Lui ci ha insegnato. Non è sempre facile, ma vale la pena. Essere cristiani è anche essere coscienti di avere un tesoro immenso, la verità, e pertanto una grande responsabilità: dobbiamo essere fedeli alla verità e condividerla con gli altri.

Ed essere cristiani in mezzo al mondo?

Nel mio paese, la Francia, non è facile mostrare la fede. In università, sul lavoro, uno si può sentire solo. Però, come cattolici, abbiamo una grande responsabilità perché in un ambiente ostile alla religione, come quello in cui vivo io, solo l'esempio e la testimonianza sono capaci di convertire le persone perché si aprano al dialogo.

Essere cristiani in mezzo al mondo è fare quello che ci ha detto San Josemaría: vivere la santità nella vita ordinaria, specialmente sul lavoro, e avere unità di vita. In questo modo è possibile trasmettere la parola di Gesù Cristo.

Fai qualche cosa per migliorare il mondo?

Cerco di migliorare ogni giorno: pregando, cercando di essere una brava persona, prendendomi cura di quelli che mi circondano. Mi sforzo di incontrare Dio nella mia vita quotidiana. Non è facile, però questo sforzo, in particolare sul lavoro, dà molto a me e agli altri. Quello che dà senso e motivazione a vivere così è sapere che anche Cristo ha lavorato in maniera nascosta durante la prima parte della sua vita.

Come spieghi a un amico chi è Dio per te?

Mi sono convertita alla fede due anni e mezzo fa. Prima non credevo in Dio. Per questo posso dire ai miei amici tutto quello che la fede mi ha dato: scoprire che Dio è un Dio di Amore. Lui mi ama infinitamente. Ed è anche misericordioso. Dio dà senso alla mia vita, dà senso alla mia presenza sulla terra. Dio è mio Padre, lui mi ha creato. Per San Josemaría questo è molto importante perché abbiamo una relazione filiale con Lui. E, come Padre, non ci abbandonerà mai.

Andrai alla Messa che ci sarà intorno al 26 giugno, per celebrare la festa di San Josemaría? Dove andrai?

Sì, andrò alla Messa il 26 giugno per celebrare la festa di San Josemaría. Questo giorno è anche il mio compleanno. E quindi sono felice di poterlo festeggiare con lui. In questo momento sono a Roma per studi e andrò a Messa nella chiesa di Sant'Eugenio.