Essere strumenti dell’intervento di Dio nel mondo

Angela vive con la sua famiglia a Milano, dove svolge la professione di avvocato civilista. In questa testimonianza racconta come ha conosciuto l’Opus Dei e le sfide che vive nel conciliare vita professionale e vita spirituale.

Angela vive a Milano con suo figlio Riccardo e con suo marito Luca, con cui è sposata dal 1995. È avvocato civilista e svolge la sua professione part-time da quando è nato suo figlio, più di vent’anni fa. “La sfida professionale più grande è riuscire a conciliare la vita professionale con la vita personale perché l’attività da avvocato è un’attività molto stressante e soprattutto con tante scadenze e responsabilità”. Andando avanti con gli anni aumentano le responsabilità, e con queste diventa sempre più difficile conciliare tutto, specialmente se con un contratto part-time si ha un tempo più limitato per portare a termine il lavoro e se nel resto del tempo che non si dedica alla propria professione si ha messo in piedi una serie di attività sociali o di volontariato altrettanto impegnative.

Angela ha conosciuto l’Opus Dei all’università, quando ha cominciato a frequentare una residenza universitaria: “Appena mi sono diplomata iniziai a frequentare giurisprudenza all’università Statale di Milano e feci amicizia con una collega più grande che viveva in una residenza: mi chiese se volevo essere seguita da lei come tutor per avere delle indicazioni sul percorso universitario e sugli esami da scegliere e per essere sostenuta e affiancata all’inizio dell’università”.

ognuno di noi è uno strumento e agisce come mezzo dell’intervento di Dio nel mondo, non perché fa tutto da solo

Angela è legata in modo particolare agli insegnamenti del fondatore dell’Opus Dei sulla vita professionale e sulla santificazione del lavoro. In particolare le piace il tema dell’essere strumento: “Devo sempre combattere con la tentazione di considerare solo me stessa l’artefice della mia vita. Invece la Chiesa, anche con le parole di san Josemaría, ritorna su questo discorso: ognuno di noi è uno strumento e quindi quello che fa lo fa come mezzo dell’intervento di Dio nel mondo, e non perché fa tutto da solo”.

Da tanti anni Angela partecipa ai mezzi di formazione dell’Opera. “Senza che nessuno me lo ricordi mai, cerco sempre di partecipare io spontaneamente, vado a vedere dove si svolgono i ritiri, in questi anni mi sono cercata sempre in autonomia sacerdoti con cui fare direzione spirituale o confessarmi”. Continua: “Purtroppo, a differenza di tanti anni fa, ho l’impressione che la vita della parrocchia quando si diventa adulti sia molto più scarna. Visto che la vita spirituale o va avanti o va indietro -se uno non fa niente non rimane uguale, ma può solo allontanarsi da Dio-, l’Opus Dei e i suoi mezzi di formazione servono proprio a questo: a tenersi sempre allenati nella vita spirituale”.

“Proprio per questo - conclude Angela - per me l’Opera è una ricchezza nella Chiesa perché ha questa capacità di stare vicino a ogni persona nel suo cammino cristiano e di riuscire a sostenerla in questo cammino, anche nei momenti in cui da solo uno non ce la fa: con il lavoro, problemi della vita personale o preoccupazioni, non riesce a stare dietro a tutto da solo, e quindi a dedicare all’ambito spirituale pochissimo tempo. Questa cosa di avere vicino qualcuno che ti aiuta, che ti sostiene, che ti ricorda e che continua a preoccuparsi della vita spirituale è veramente preziosissima”.