“L'amore vero è un uscire da se stessi”

La gioia cristiana non è fisiologica: il suo fondamento è soprannaturale, ed è al di sopra della malattia e della contrarietà. — Gioia non è tripudio di sonagli o di ballo popolare. La gioia vera è qualcosa di più intimo: qualcosa che ci fa stare sereni anche se a volte il viso rimane serio. (Forgia, 520)

C'è chi vive amareggiato tutto il giorno. Ogni cosa gli è motivo di apprensione. Si addormenta con un'ossessione fisica: che quest'unica evasione possibile gli durerà poco. Si sveglia con la sensazione ostile e demoralizzante di avere ancora lì di fronte un'altra giornata.

Molti hanno dimenticato che il Signore ci ha collocati, in questo mondo, di passaggio verso la felicità eterna; e non pensano che potranno raggiungerla soltanto coloro che camminano, sulla terra, con l'allegria dei figli di Dio. (Solco, 305)

L'amore vero è un uscire da se stessi, è un darsi. L'amore porta con sé la gioia, ma è una gioia con le radici a forma di croce. Finché siamo sulla terra, finché non è raggiunta la pienezza della vita futura, non vi può essere amore vero senza esperienza di sacrificio, di dolore. Un dolore che si gusta, che è amabile, che è fonte di intimo gaudio; ciò nondimeno è un dolore reale, perché si tratta di vincere il proprio egoismo e di prendere l'Amore come regola di tutte e singole le nostre azioni.

(E' Gesù che passa, 43)

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