Un omaggio alla memoria di Armando Mingrino

L’aula magna dell’ospedale di Enna intitolata ad Armando Mingrino, medico e soprannumerario dell’Opus Dei.

Nel marzo del 2014, il nostro sito pubblicò una testimonianza di Armando, soprannumerario dell’Opus Dei, siciliano di Enna, per molti anni primario di Chirurgia toracica e Direttore del Dipartimento chirurgico dell’ospedale della città siciliana. Era la testimonianza semplice del racconto della rivoluzione intervenuta nella vita, spesa al servizio di Dio, della Chiesa e del prossimo, di un medico di alta professionalità, ricco di virtù umane, padre di quattro figli e nonno di numerosi nipoti.

Vale la pena rileggerla, questa testimonianza, dopo che Armando ci ha lasciato a 73 anni, a seguito di una malattia vissuta con cristiana speranza; ma soprattutto è importante rileggerla oggi, dopo che l’Azienda Ospedaliera di Enna ha deciso di dedicare alla sua memoria l’aula magna dell’ospedale, per ricordarne le virtù umane, cristiane e professionali, nel corso di una bella cerimonia evocativa, non a caso tenutasi proprio nel giorno della Giornata mondiale del malato, l’11 febbraio.

Dopo una Messa cui hanno assistito più di duecento persone, fra colleghi, amici, familiari e pazienti di Armando, hanno preso la parola la dott.ssa Giovanna Fidelio, direttore generale dell’Azienda ed Emanuele Cassarà, direttore sanitario e a lungo collaboratore di Armando. Si sono poi susseguiti altri interventi, durante i quali non sono mancati momenti di commozione, a testimonianza della ininterrotta scia di bene, di amore e di ricordi emozionati che Armando ha lasciato in tutti coloro che lo avevano conosciuto e frequentato.

Ha concluso gli interventi la figlia Marta, che ha ricordato l’importanza che nella vita del padre ebbe la scoperta del messaggio della santificazione del lavoro di san Josemaría Escrivá.

Infine, la vedova, signora Angelina, anche lei molto commossa, ha scoperto le due targhe commemorative, una delle quali, all’interno dell’aula magna, riporta una frase scritta tempo fa da Armando, che si conclude con la speranza che si avveri il suo “sogno, mai sopito, di rendere un servizio di qualità al malato”.