L’incontro è stato pensato come un approfondimento della beatificazione di Guadalupe Ortiz de Landázuri, ma soprattutto si è rivelato come un’occasione per conoscere tante storie di santità ordinaria provenienti da diverse famiglie spirituali della Chiesa.
Mons. Fernando Ocáriz, prelato dell’Opus Dei, ha aperto i lavori riferendosi alla Gaudete et Exsultate, in cui papa Francesco parla della santità come “il volto più bello della Chiesa”. Nella sua breve introduzione, mons. Fernando Ocáriz ha tracciato una serie di denominatori comuni tra i diversi amici di Dio di cui si è parlato lungo la giornata: “Penso soprattutto all'amore per l'Eucaristia, alla serena accettazione della malattia, all'abnegata carità verso il prossimo, alla laboriosità nei propri doveri di studio o di professione”.
Riflettendo sul senso della santità laicale e sulla santità in generale, il prelato dell’Opus Dei ha concluso così il suo intervento: “Ogni nuovo santo o beato è per tutti i cristiani uno sprone alla speranza e a una più viva fedeltà evangelica”.
Dopo mons. Fernando Ocáriz ha preso la parola la professoressa cilena Pilar Rio con una riflessione teologica sulle caratteristiche della santità laicale: “Non ci sono santità di prima o di seconda classe”. Tutti loro, tutti i santi “hanno vissuto da innamorati” dopo aver incontrato Gesù.
Sei santi della porta accanto: Chiara Luce Badano, Carlo Acutis, Enrique Shaw, Chiara Corbella, Marta Obregón Rodríguez e Angelica Tiraboschi.
Nella parte centrale dell’incontro, sono state portate le testimonianze di alcuni beati o venerabili, ognuno con una storia diversa e con un carisma particolare. Ecco chi sono stati i relatori di questa tavola rotonda sulla santità laicale: Franz Coriasco, giornalista, amico e biografo della Beata Chiara Luce Badano; Federico Piana, giornalista, Radio Vaticana Italia per il Venerabile Carlo Acutis; Silvia Correale, postulatrice della causa del Servo di Dio Enrique Shaw; Romano Gambalunga dell’Ordine dei Carmelitani Scalzi, postulatore della causa della Serva di Dio Chiara Corbella Petrillo; Antonio Riquelme, Responsabile del Cammino Neocatecumenale per la Causa della Serva di Dio Marta Obregón Rodríguez; e infine Marcello Tiraboschi padre di Angelica Tiraboschi.
Per trasmettere lo spirito di queste testimonianze, abbiamo raccolto una frase di ogni persona della quale si è parlato durante la tavola rotonda:
Chiara Luce Badano: “Non ho più niente, ma ho ancora il cuore e con quello posso sempre amare”
Carlo Acutis: “Tutti nascono come originali, ma molti muoiono come fotocopie”
Enrique Shaw: “Siamo convinti di essere incaricati di migliorare il mondo e di poterci riuscire?”
Chiara Corbella: “Ma noi continuiamo a credere che Dio farà anche questa volta cose grandi”.
Marta Obregon: “Dio è la cosa più importante della mia vita”.
Angelica Tiraboschi:” Il Signore fa di ognuno di noi un’opera d’arte. Forse non sarà mai amata da tutti ma per lui e per chi ne coglierà il senso avrà un valore inestimabile!”.
La beatificazione di Guadalupe
Nell’ultima parte dell’incontro si è parlato della beatificazione di Guadalupe, cha avrà luogo a Madrid il 18 maggio 2019. Carla Vassallo, del comitato internazionale della beatificazione, ha delineato alcune caratteristiche di Guadalupe, soprattutto la sua risata contagiosa, di cui sono testimoni le persone che l’hanno conosciuta.
Gema Bellido e Juan Narbona hanno esposto le caratteristiche della “beatificazione digitale”. Poiché il luogo della beatificazione ha una capienza abbastanza limitata rispetto alle persone che vorrebbero partecipare, il lavoro di chi si occupa della comunicazione dell’evento è anche quello di coinvolgere chi non sarà lì presente. Gli strumenti principali di questa beatificazione digitale sono: il sito dedicato a Guadalupe, il sito specifico della beatificazione, il reportage multimediale, un documentario e l’app della beatificazione. Linda Corbi, di Harambee International, ha terminato questa parte dell’incontro esponendo un progetto che riguarda l’erogazione di borse di studio per laureate africane in materie scientifiche, proprio in onore di Guadalupe.
Ha concluso i lavori della giornata il rettore dell’Università Pontificia della Santa Croce, don Luis Navarro, ricordando che l’obiettivo di eventi come questo è, usando le parole di papa Francesco, “far risuonare ancora una volta la chiamata universale alla santità cercando di incarnarla nel contesto attuale, con i suoi rischi, le sue sfide e le sue opportunità.”
La giornata di oggi è stata anche l’occasione per inaugurare in Italia la mostra sulla beatificazione di Guadalupe.