Maryam, studentessa musulmana di una scuola cattolica

Maryam è una ragazza musulmana di quattordici anni e quest’anno si è iscritta al liceo classico Faes di Milano, una scuola in cui protagonisti sono i genitori, promossa da famiglie che hanno fatto loro il messaggio di san Josemaría. In questo articolo racconta la sua esperienza.

Maryam e suo fratello gemello, nati a Milano da padre egiziano e madre italiana, hanno frequentato la scuola elementare in un istituto arabo e le medie in una scuola pubblica.

Dopo l’esame di terza media, anche per loro è arrivato il momento di scegliere quale liceo frequentare: «Maryam ha molta fantasia, sin da piccola le è sempre piaciuto inventare storie, le piace scrivere - racconta Maria, la mamma dei gemelli -. Per questo motivo, il liceo classico era la scelta più adatta a lei: è un indirizzo che apre molte porte».

Tra i vari licei presi in considerazione c’era il Faes, scuola ispirata agli insegnamenti di san Josemaría, fondatore dell’Opus Dei: «All’open day mi erano subito piaciuti gli spazi e l’organizzazione, non avevo neppure pensato al tema della religione – dice Maryam –. Una volta entrata a scuola ho avuto la conferma: non avrei proprio dovuto farmene di problemi perché non ce n’erano: sono stati tutti carini, sia gli insegnanti che i compagni».

Il sistema formativo delle scuole Faes si basa sulla valorizzazione della centralità della famiglia nell’azione educativa, promuovendo una collaborazione concreta che aiuti l’alunno a crescere e a sviluppare liberamente il desiderio di migliorarsi nella relazione con gli altri: la propria famiglia, il mondo che lo circonda e, per chi crede, Dio.

Il rispetto delle diverse culture è un principio fondamentale: «In una scuola paritaria, che mette il cristianesimo alla base di tutto quello che fa, e di come lo fa, l’attenzione a ogni singolo studente è al centro – sottolineano dal Faes – come il profondo rispetto nei confronti delle persone e delle loro scelte».

Maryam, inoltre, non è l’unica ragazza musulmana nella scuola: un’altra compagna condivide la sua stessa fede e, al liceo scientifico, c’è anche un ragazzo di religione buddista. «Mi ha aiutato sapere di non essere sola in questo nuovo percorso – dice la studentessa – ma anche tutti gli altri compagni sono stati davvero accoglienti da subito. Per nessuno è un problema il fatto che io porti il velo in classe».

Una caratteristica distintiva delle scuole Faes è la figura del tutor, che rappresenta il fulcro della collaborazione educativa tra famiglia e scuola. Ogni alunno è affidato a un docente, con cui la famiglia condivide non solo il percorso di crescita del proprio figlio, ma anche le modalità per affrontarlo. «La mia tutor - racconta Maryam - si è assicurata già dal primo colloquio che tutto andasse bene anche sul fronte della religione».

Essendo un istituto paritario, al Faes non è prevista un'attività alternativa all’ora di religione. Tuttavia, gli studenti possono assistere alla lezione, senza essere obbligati a pregare. «Per me – conclude la madre di Maryam – è importante che mia figlia segua quell’ora: aiuta a crescere, e i nostri figli devono crescere».